La Corte europea di Strasburgo condanna l'Italia per i respingimenti verso la Libia
L’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo,
perché attuando la politica dei respingimenti verso la Libia ha esposto i rifugiati
respinti al rischio di maltrattamenti in Libia e di rimpatrio in Somalia ed Eritrea.
Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che, accogliendo
il riscorso di 11 somali e 13 eritrei respinti nel 2009, ha condannato l’Italia a
versare un risarcimento di 15 mila euro ciascuno ai ricorrenti. E’ una sentenza storica,
commenta Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i Rifugiati.
Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:
R. – Siamo molto
soddisfatti. Non c’è una condanna dell’Italia, una condanna a tutto campo di ciò che
l’Italia ha fatto e con grande bravura per salvare migliaia e migliaia di vittime
nel mare, ma una condanna per una politica precisa, che voleva semplicemente sbarazzarsi
in modo leggero delle persone, evitando il loro arrivo in Italia e quindi onorare
anche questo accordo, a suo tempo sottoscritto, tra Berlusconi e Gheddafi, l’accordo
di amicizia con la Libia.
D. – Il richiamo importante che arriva da Strasburgo
adesso è un qualcosa che la politica italiana deve raccogliere...
R. – E’ obbligata
a raccoglierlo. C’è un pronunciamento alla fine della motivazione della sentenza che
dice chiaramente che l’Italia dovrà adoperarsi affinché i ricorrenti, che si trovano
ancora in Libia, non siano inviati nei Paesi di origine e non siano sottoposti a trattamenti
inumani. E questo vuol dire che nella prossima missione del ministro cancelliere,
il ministro degli Interni, a Tripoli, si dovrà rendere conto di questo pronunciamento
e quindi cambiare rotta. Certamente noi pensiamo che bisogna fare un accordo con la
Libia e anche assisterla, affinché ci sia rispetto da parte sua degli obblighi internazionali,
che ci siano centri di accoglienza e non di detenzione, che ci sia il rispetto delle
persone, dei migranti e dei rifugiati. Tutto questo impegna l’Italia in una rinnovata,
totalmente diversa cooperazione con i Paesi del Nord Africa e innanzitutto con la
Libia. (ap)