Rapporto Auser: sempre più anziani poveri in Italia
In Italia i pensionati poveri sono 2,3 milioni. Ma il dato è destinato a crescere:
gli anziani sono sempre più a rischio povertà a causa della crisi economica, delle
recenti manovre del governo e di maggiori spese legate alla casa e ai consumi energetici.
E’ quanto emerge dal “Rapporto sulle condizioni sociali degli anziani in Italia”,
presentato dall’associazione Auser. Ascoltiamo Francesco Montemurro, direttore
Ires “Lucia Morosini”, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – In tutta
Italia gli anziani – in modo particolare nel Sud, ma anche nel Nord-Ovest – presentano
una situazione di peggioramento sia da un punto di vista economico, sia da un punto
di vista sociale. L’altro aspetto importante, che si accompagna agli effetti della
crisi, è quello legato alle manovre correttive, varate soprattutto negli ultimi due
anni dai diversi governi nazionali. E' chiaro che dobbiamo fare anche riferimento
all'ultima manovra "Salva Italia" per quanto riguarda l'avvio del processo di riconsiderazione
delle pensioni che non si fermerà al blocco delle indicizzazioni per quanto attiene
le pensioni superiori ai 1400 euro. Si tratta di una serie di misure che non tengono
conto della peculiarità della famiglia italiana, che è sempre più orientata verso
la “famiglia anziana”, che in Italia rappresenta, ormai, il 30 per cento dei nuclei
familiari. Faccio soprattutto riferimento all’introduzione dell’Imu – la nuova Ici
– anche per la prima casa: molto probabilmente penalizzerà le famiglie anziane nella
sua applicazione. Molti anziani vivono in grandi case di proprietà, perché in passato
queste abitazioni hanno ospitato le loro famiglie, con i loro figli. Ora verranno
penalizzati dai nuovi computi di costo. Occorre tener conto che gli anziani sono una
risorsa importante e non un peso.
D. – Possiamo dire che rappresentano “l’elemento
di scurezza” affinché regga il sistema-Paese…
R. – Sempre più spesso, in quest’ultimo
periodo, viene utilizzato il termine di “ammortizzatore sociale”. Gli anziani aiutano
in modo cospicuo le reti familiari. Secondo l’Istat, gli anziani aiutano le famiglie
a tenere i consumi quasi stabili. (vv)
Occorre capovolgere l’orientamento culturale,
ancora prevalente, secondo cui gli anziani siano un peso e non una risorsa per la
società: è quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente
nazionale Auser, Michele Mangano:
R. – Uno dei
punti fondamentali che ci poniamo tutti – tutte le associazioni che operano in favore
degli anziani – è quello di ribaltare il luogo comune che l’anziano sia un peso per
la società, un soggetto da assistere. Rispetto ai 12 milioni e 500 mila over 65 che
vivono in Italia, solo un milione e settecento mila non è autosufficiente. La stragrande
maggioranza delle persone, dunque, dà un contributo, anche in termini di “ammortizzatori
sociali”, alla propria famiglia, ai propri figli ed ai propri nipoti. Interpretare
quindi l’idea di un anziano come “un’energia rinnovabile” per la comunità, è un fatto
che deve far superare il luogo comune.
D. – Intanto, però, si riducono i servizi
di assistenza...
R. – Il paradosso, infatti, è proprio questo: mentre gli anziani
danno di più, alla fine sono proprio loro quelli che vengono maggiormente colpiti
dalla crisi e dai provvedimenti economici.
D. – Tra le realtà che funzionano,
si conferma il sempre prezioso impegno del mondo del volontariato e dell’associazionismo
cattolico...
R. – Assolutamente. Tutti operano nella direzione dell’altruismo,
di un rafforzamento dei legami sociali. Tuttavia, la crisi morde anche l’associazionismo.
Nel momento in cui cresce il bisogno e non c’è una risposta adeguata dell’intervento
pubblico, c’è una difficoltà nel rispondere a tutte le sollecitazioni che arrivano.
Al volontariato, tutto questo fa vivere male questa sua disponibilità al dono. Penso,
quindi, che la crisi incida non soltanto sulla vocazione alla solidarietà, ma proprio
sull’impossibilità di svolgere, fino in fondo, quello che una persona vorrebbe fare
per gli altri. (vv)