Il pensiero della morte alimenti la fede nella Risurrezione: così il Papa nel Mercoledì
delle Ceneri
Il senso liturgico della cenere è stato al centro dell’omelia del Papa che, nella
Basilica di Santa Sabina, ha presieduto la Santa Messa con il Rito di benedizione
e imposizione delle ceneri. Prima, la processione dalla Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino.
Con il Mercoledì delle Ceneri inizia dunque la Quaresima, cammino verso la Pasqua.
Il servizio di Debora Donnini:
Il Papa riceve
le ceneri sul suo capo dal cardinale Josef Tomko, titolare della Basilica. Quindi
le impone ai cardinali, ad alcuni monaci, religiosi e fedeli. “Ricordati che sei polvere
e in polvere tornerai”. Queste parole, tratte dal Libro della Genesi, vengono pronunciate
dopo il peccato originale quando Dio punisce l’uomo e la donna e maledice il suolo.
Per ripercorrere il senso liturgico della cenere, Benedetto XVI si richiama a questo
passo della Scrittura e a quello della creazione dell’uomo che avviene appunto “con
polvere del suolo”:
“Ecco dunque che il segno della cenere ci riporta al
grande affresco della creazione”.
La polvere del suolo con cui è plasmato
l’uomo, che prima della caduta è capace di germinare ogni sorta di alberi, subisce
“una trasformazione negativa a causa del peccato”: concederà i suoi frutti solo in
cambio di dolore e sudore. La terra dunque partecipa della sorte dell’uomo e non richiama
più solo il gesto di Dio creatore, tutto aperto alla vita, ma diventa un segno di
un inesorabile destino di morte. Ma “la maledizione del suolo ha anche una funzione
medicinale” nel senso che l’intenzione di Dio è sempre benefica, “è più profonda della
sua stessa maledizione” che “è dovuta non a Dio ma al peccato”. Dio però “non può
non infliggerla, perché rispetta la libertà dell’uomo e le sue conseguenze, anche
negative”. Anche nella punizione permane dunque un’intenzione buona che viene da Dio:
“Quando Egli dice all’uomo: «Polvere tu sei e in polvere tornerai!», insieme
con la giusta punizione intende anche annunciare una via di salvezza, che passerà
proprio attraverso la terra, attraverso quella «polvere», quella «carne» che sarà
assunta dal Verbo”.
Ed è in questa prospettiva salvifica che il passo
della Genesi viene ripreso nel Mercoledì delle Ceneri:
“come invito alla
penitenza, all’umiltà, ad avere presente la propria condizione mortale, ma non per
finire nella disperazione, bensì per accogliere, proprio in questa nostra mortalità,
l’impensabile vicinanza di Dio, che, oltre la morte, apre il passaggio alla risurrezione,
al paradiso finalmente ritrovato”.
Quindi il Papa si sofferma sulla “possibilità
per noi del perdono divino” che dipende essenzialmente dal fatto che Dio stesso, nella
persona del suo Figlio, ha voluto condividere la condizione umana eccetto la corruzione
del peccato. E dunque l‘amore di Dio si rende visibile:
“Quel Dio che scacciò
i progenitori dall’Eden, ha mandato il proprio Figlio nella nostra terra devastata
dal peccato, non lo ha risparmiato, affinché noi, figli prodighi, possiamo ritornare,
pentiti e redenti dalla sua misericordia, nella nostra vera patria”.