Honduras: allarme violenza sui bambini in tutto il Paese
L’Honduras è la più povera delle 7 nazioni del Centroamerica, e lamenta una situazione
molto grave in particolare per la violenza contro i minori. Su una popolazione di
oltre 8 milioni di abitanti - riferisce l'agenzia Fides - registra un tasso di omicidi
di 82,1 ogni 100 mila. L’80% della popolazione è povera o molto povera, circa il 20%
appartiene alla classe medio-bassa e solo pochi sono i ricchi, i quali gestiscono
l’economia e gli affari del paese. Il 51%, ossia oltre la metà dell’intera popolazione
honduregna, è costituito da bambini e ogni giorno ne viene assassinato almeno uno.
In pochi anni, in tutto il Paese ci sono state morti violente, 7.300 giovani assassinati,
colpiti alla testa con armi da fuoco, uccisi da poliziotti, militari, guardie di sicurezza,
narcotrafficanti, in scontri tra bande criminali o da sicari o dal crimine organizzato.
Secondo i dati diffusi da Casa Alianza, una Organizzazione internazionale non governativa
che assiste bambini e bambine in difficoltà, ogni giorno vengono assassinate 3 persone
con meno di 22 anni. Alcuni minori di 14 anni che vengono coinvolti nelle Maras (bande
organizzate) sono talmente terrorizzati che quando cercano di fuggire si suicidano.
C’è grande povertà, manca l’istruzione, mezzo milione di bambini non frequenta la
scuola, alcuni lavorano ogni giorno da quando hanno 6 o 7 anni, sebbene la legge dica
che nessuno può lavorare fino ai 14 anni di età e non oltre 6 ore in lavori non a
rischio. Nel Paese 20 mila bambine, tra 8 e 18 anni, sono impiegate come domestiche
e subiscono violenza fisica morale; 300 mila bambini lavorano nelle miniere, nelle
piantagioni di caffè, canna da zucchero e nella pesca. 150 mila, tra i 6 e i 14 anni,
lavorano in attività ad alto rischio con ruoli da adulti. Ogni anno 100 mila honduregni
emigrano negli Stati Uniti, tra questi 8 mila bambini che vengono violentati, venduti,
obbligati a prostituirsi, allontanati dalle rispettive famiglie. L’Honduras sta diventando
un narco Stato, dove ogni giorno atterrano due aerei carichi di cocaina e dove circolano
liberamente milioni di armi che nessuna delle 60 mila guardie di sicurezza privata
controlla. Non si pagano tasse, c’è narcotraffico, crimine organizzato, mancano istruzione,
sanità, servizi sociali. Ogni anno, tra 80 mila e 100 mila honduregni, compresi i
bambini, si recano clandestinamente verso gli Stati Uniti, molti muoiono durante il
tragitto. La violenza contro i minori è enorme, i più grandi iniziano a violentare
le proprie sorelle che a loro volta sono sistematicamente violentate da genitori,
nonni e altri uomini. Tra le numerose realtà organizzate che tentano di fare fronte
a questa emergenza, c’è Casa Alianza, organizzazione internazionale non governativa
che lavora in Honduras dal 1978 per assistere bambini e bambine in difficoltà. L’istituto
è aperto 24 ore al giorno per aiutare i piccoli a rischio sociale, senza casa, cibo
né possibilità di studiare. Ci sono periodi in cui si fermano a dormire nell’istituto
fino a 180 bambini, alcuni arrivano con le armi in mano. Grazie al programma di assistenza
denominato “Querubines”, vivono e dormono 25 bambine salvate dalla schiavitù sessuale
che arrivano con il fisico mutilato. Altre giungono a Casa Alianza per partorire perché
non hanno nessuno che si prenda cura di loro. Il 30-40 % dei parti nel Paese sono
di bambine dai 12 ai 14 anni. Si registrano 3 aborti al giorno di bambine tra i 12
e i 16 anni di età. Tra le iniziative del Centro c’è anche un programma di reinserimento
familiare grazie al quale ogni anno vengono riportati a casa 120-150 bambini, molti
purtroppo non possono rientrare a causa degli abusi. Il Centro provvede a nutrirli,
vestirli, dare loro strumenti per andare a scuola, oltre a fornire una unità terapeutica
per liberarli dalla dipendenza della droga. (R.P.)