Pakistan: la polizia scagiona Abid Malik, incriminato per l’assassinio Bhatti
Abid Malik, uno dei due presunti assassini di Shahbaz Bhatti, è stato scagionato e
fra poco dovrebbe essere rimesso in libertà. Nell'udienza a suo carico tenuta oggi
di fronte al tribunale per l'antiterrorismo di Rawalpindi, la polizia ha confermato
che non vi sono indizi di colpevolezza. Egli era stato arrestato nei giorni scorsi
negli Emirati Arabi Uniti, con l'aiuto congiunto delle forze di sicurezza pakistane
e dell'Interpol, quindi rimpatriato per essere sottoposto a processo. Resta ancora
latitante un secondo sospetto, Zia-ur-Rehman, che ha fatto perdere le proprie tracce.
Per i vertici cattolici appare sempre più chiaro il tentativo di "prendere tempo"
degli inquirenti, che non sembrano intenzionati a punire gli autori del crimine. Rimane
dunque ancora avvolta nel mistero la morte del ministro cattolico per le Minoranze,
massacrato con 30 colpi di pistola il 2 marzo 2011 a Islamabad. I sospetti gravano
sui movimenti fondamentalisti islamici, che in passato - e a più riprese - avevano
minacciato Shahbaz Bhatti per la sua battaglia contro le leggi sulla blasfemia. In
questi mesi si sono susseguiti tentativi di depistaggio denunciati con forza dai leader
cattolici, in base ai quali l'assassinio si sarebbe consumato per "vendette personali"
o "questioni familiari" che non riguardano il lavoro del politico. Nell'udienza di
oggi i funzionari di polizia hanno raccontato l'interrogatorio di Malik, al termine
del quale non sarebbero emersi "elementi di colpevolezza". Egli non sarebbe quindi
coinvolto nell'omicidio - come lui stesso ha affermato ai giudici - e dovrebbe essere
rilasciato a breve, come gli altri indiziati fermati finora e poi liberati. I due
sospettati della morte, Zia-ur-Rehman e Abid Malik, sarebbero due ex cristiani di
Faisalabad, convertiti all'islam, che hanno avuto dissidi con la famiglia Bhatti per
questioni economiche. Ad accusarli è un ex pastore protestante, Hafiz Nazar, fermato
nei mesi scorsi perché - in una telefonata intercettata - parlava di un loro "coinvolgimento".
Nel corso dell'interrogatorio è emerso che Nazar è "mentalmente instabile" e non può
essere ritenuto attendibile. Intervistato dall'agenzia AsiaNews mons. Rufin Anthony,
vescovo di Islamabad e amico personale di Shahbaz, sottolinea che "questa è solo un'altra
delle tattiche dilatorie... Una giustizia rimandata è una giustizia negata". Il prelato
punta il dito contro la polizia, che "si fa beffe" della gente "mettendo in giro voci"
per poi testimoniare che "la persona arrestata non è coinvolta". "Chiediamo l'arresto
immediato - è l'appello del vescovo della capitale - dei veri colpevoli", mentre la
polizia "scagiona Malik". (R.P.)