2012-02-21 13:06:21

Mons. Leuzzi sui pronto soccorso a Roma: se il malato non viene accolto è in crisi la stessa società


L’emergenza dei pronto soccorso a Roma. La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha convocato il direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma, Antonio Capparelli. Nel pomeriggio incontrerà i direttori generali degli ospedali dotati di pronto soccorso. Intanto, i Nas hanno effettuato controlli al Policlinico Tor Vergata e al San Camillo riscontrando “condizioni precarie di sovraffollamento”. Alessandro Guarasci ha sentito monsignor Lorenzo Leuzzi, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi di Roma e cappellano di Montecitorio:RealAudioMP3

D. – Come commenta questi ripetuti casi di malasanità nei pronto soccorso a Roma?

R. – Ci sono carenze di organico e difficoltà di ospedalizzazione, è vero. Però è anche vero che probabilmente bisogna, un po’ a monte, rivedere quel rapporto tra medico-paziente che sul territorio deve avere anche una sua altissima competenza, in modo tale da evitare il sovraffollamento. E’ necessario che tutte le istituzioni e tutti coloro che sono impegnati nella sanità facciano un grande sforzo per recuperare quel rapporto di reciproca fiducia, di solidarietà, di disponibilità che certamente c’è, ma che deve essere potenziato proprio perché siamo di fronte a una situazione, anche economico-finanziaria, che tante volte può creare dei problemi per la presenza di nuovi posti letto. Dove il malato non viene accolto bene, non viene assistito bene, è in crisi la stessa società.

D. – E' in gioco la dignità della persona, la vita?

R. – Serve potenziare quelle capacità relazionali di servizio in modo tale che il malato possa in ogni momento ricevere quell’assistenza e quel servizio sanitario adeguato alle varie situazioni.
D. – Secondo lei, bisognerà prima o poi porre un fine ai tagli nel settore sanitario? Il sociale non va tutelato con una certa attenzione?

R. – Una società dipende molto, si qualifica per la sua attenzione al malato, alla malattia. Bisogna restaurare e recuperare un nuovo clima di fiducia nella sanità. Non sarà l’efficienza a garantire la dimensione umana nella sanità, ma sarà soltanto un’anima di piena solidarietà, di collaborazione, di rispetto della persona umana, che può veicolare le risorse – anche quando sono poche – verso una sanità sempre più efficiente. (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.