2012-02-21 15:40:46

La scomparsa dello scienziato italiano Dulbecco riapre il dibattito sulla ricerca in Italia


Cordoglio nella comunità scientifica internazionale per la notizia giunta ieri della morte di Renato Dulbecco, Premio Nobel per la Medicina nel 1975, spentosi domenica scorsa in California, dove viveva nei pressi di San Diego. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Domani avrebbe compiuto di 98 anni. Pionere negli anni ’60 nello studio del Dna finalizzato all'indagine sui tumori, aveva condotto le prime ricerche a Torino, si era poi trasferito negli Stati Uniti, per rientrare in Italia nel 1987 alla guida del Progetto Genoma Umano, che ha permesso di ottenere la mappa completa del Dna: progetto internazionale che si arena in Italia per mancanza di fondi pubblici. Nel ‘95 era tornato all’estero, non senza amarezza per le condizioni critiche della ricerca in Italia. La sua morte riapre ferite mai rimarginate sulla mancanza di progettualità e investimenti in settori vitali per lo sviluppo di un Paese.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, auspica ora che l’Italia “sappia, con coerenza, continuare” sulla strada tracciata da Dulbecco e “valorizzare le proprie risorse intellettuali”. Dulbecco “resterà - aggiunge il premier Monti - un punto di riferimento per coloro che, soprattutto se giovani, decidono di dedicare la propria vita alla ricerca scientifica”. Proprio pensando ai giovani, Dulbecco, 85.enne, era salito sul palco del Festival di Sanremo per finanziare - con i proventi della sua partecipazione - il progetto "Carriere", promosso da Telethon per favorire il rientro in Italia dei cervelli fuggiti all’estero. “Curioso, rigoroso, ottimista”, “aperto all’integrazione dei saperi”: così lo ricorda Luigi Nicolais presidente del Cnr. Un genio gentiluomo, sempre sorridente, l’immagine Dulbecco impressa nel pubblico che lo aveva conosciuto sui media.







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