A Terni smantellata cellula di Hezbollah Turca. Nove arresti, una trentina i denunciati
Nove arresti e una trentina di denunciati sono il risultato di un’operazione condotta
dalla Digos di Terni che ha smantellato un’associazione a delinquere con ramificazioni
nazionali e internazionali. Ai vertici del gruppo, alcuni cittadini turchi riconducibili
all’organizzazione “Hezbollah Turca”, che faceva arrivare in Italia clandestini per
sfruttarli nella catena di lavorazione e vendita di Kebab per poi sostenere la causa
curda. Sette le regioni coinvolte nell’operazione. Al microfono di Francesca Sabatinelli,
Moreno Fernandez, dirigente Digos della Questura di Terni, rassicura: non stavano
progettando azioni terroristiche.
R. – Abbiamo
monitorato il gruppo per più di un anno e quindi siamo sereni nel dire che non aveva
in animo azioni di tipo eversivo-terroristico in questo territorio, né in altri ambiti
europei.
D. – Gli appartenenti a Hezbollah Turca, quindi, in che modo operavano
in Italia e perché, con quali finalità?
R. – Si tratta di soggetti che sono
fuggiti dalla Turchia per effetto dell’appartenenza a questo movimento eversivo terroristico
che è fortemente osteggiato da parte del governo centrale, Hanno tentato di ricollocarsi
in Europa, in particolar modo in Italia, dove hanno organizzato ed avviato una serie
di attività commerciali rappresentate dai “kebab”, che tutti noi conosciamo. Questa
rete commerciale, che è in costante ampliamento, necessita di manodopera, di qui il
ricorso all’immigrazione clandestina e la necessità di avere dipendenti, soci, lavoratori,
reclutati unicamente tra soggetti di medesima etnia, affini dal punto di vista politico,
ideologico ed anche religioso.
D. – I “proventi” italiani servivano – o sono
serviti – a finanziare l’attività terroristica di questa organizzazione?
R.
– Non abbiamo prove certe di questo. Però i proventi che abbiamo accertato arrivare
in Turchia dall’Italia e dalle attività economiche quantomeno erano destinati a sostenere
la causa separatista curda. (gf)