Unione Africana: insicurezza e divergenze al vertice di Cotonou
Una ‘road map’ che stabilisce una stretta collaborazione tra la presidenza di turno
dell’Unione Africana (Ua) e un gruppo di ex capi di Stato per monitorare gli scenari
di instabilità più preoccupanti. E’ quanto deciso al vertice informale tenutosi nel
fine settimana a Cotonou, capitale del Benin, a cui fino a gennaio prossimo spetta
la presidenza dell’organismo continentale. Alla riunione - riferisce l'agenzia Misna
- hanno partecipato 14 presidenti che, tuttavia, non hanno rilasciato un comunicato
finale. In base alle poche informazioni filtrate dall’incontro, la loro attenzione
è stata rivolta alla ribellione tuareg attiva nel Nord del Mali, a causa di una grave
crisi umanitaria su scala regionale, alle tensioni tra Sudan e Sud Sudan e al gruppo
estremista Boko Haram che destabilizza la Nigeria. Nel suo intervento il presidente
di turno, l’economista beninese Thomas Boni Yayi, ha posto l’accento da una parte
sul “persistere di crisi” e dall’altra “sull’insorgere di nuove minacce alla sicurezza
dei nostri Stati e delle nostre popolazioni”, in particolare nell’area del Sahel,
soprattutto “dopo la fine del conflitto in Libia che fa affluire armi, anche pesanti”
in più Paesi “già impegnati con ll’ala maghrebina di Al Qaida (Aqmi) e altri gruppi
criminali”. A Cotonou i presidenti africani hanno inoltre evidenziato che “la recrudescenza
del terrorismo e del narcotraffico” ma anche “la pirateria marittima nel Golfo di
Guinea e a largo delle coste somale” costituiscono altrettanti motivi di preoccupazione
per l’Ua. Oltre ai recenti eventi di cronaca, alla riunione di Cotonou Boni Yayi ha
evidenziato “il grande paradosso dell’Africa, continente del futuro che non è unito
nella sua marcia verso la pace, la stabilità e lo sviluppo”. Elemento emblematico
delle divisioni è stato il mancato voto al vertice di gennaio a Addis Abeba sulla
scelta del presidente della Commissione, la massima istituzione dell’organismo continentale.
Alla fine è stato prorogato il mandato del presidente uscente, il gabonese Jean Ping,
fino al prossimo vertice che si terrà a giugno in Malawi. In apertura della riunione
il Capo di Stato beninese ha precisato che la “difficile questione della presidenza
della commissione non è all’ordine del giorno”, annunciando che un comitato di otto
membri provenienti dalle cinque regioni del continente è stato istituito per esaminarla.
La scorsa settimana il governo sudafricano ha ribadito la sua intenzione di ottenere
l’incarico per il suo ex ministro degli Esteri, Nkosazana Dlamini-Zuma. In conclusione
il presidente di turno dell’Ua ha annunciato che durante il suo mandato si adopererà
per “rafforzare l’unità dell’organismo, la sua capacità di rispondere alle sfide e
alle nuove minacce alla sicurezza del continente”. (R.P.)