2012-02-20 20:17:03

Politiche per la famiglia e rilancio della cultura familiare al centro di un convegno a Roma


Sostegno economico ai nuclei familiari, ma anche rilancio della cultura della famiglia: è quanto emerso al convegno “Famiglia e politica: un binomio possibile? Le provocazioni della Familiaris Consortio”, che si è tenuto a Roma. A intervenire anche Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione e integrazione, con delega alla Famiglia. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

“Le autorità pubbliche devono fare il possibile per assicurare alle famiglie tutti quegli aiuti – economici, sociali, educativi, politici, culturali – di cui hanno bisogno per far fronte in modo umano a tutte le loro responsabilità”. Queste parole scritte più di 30 anni fa da Giovanni Paolo II nell’Esortazione apostolica Familiaris consortio sono state il punto di partenza della discussione. Nodo centrale, quello delle politiche familiari in un’Italia con una natalità fra le più basse del mondo. Le parole del ministro Andrea Riccardi a margine del convegno:

“Credo che il discorso del fattore familiare sia un discorso importante ma credo che, ancora di più, vadano fatte delle politiche rapide di sostegno alla famiglia e a chi decide di avere figli. Penso anche alle tante difficoltà. Recentemente ho proposto la questione dei prodotti per l’infanzia che, nel nostro Paese, costano di più - del 20, 30 per cento e oltre - rispetto agli altri Paesi, tanto che alcuni genitori vanno a comprarli all’estero. E’ un modo, anche questo, di aiutare la famiglia”.

All'incontro, sono intervenuti anche diversi esponenti politici e il professore di economia, Stefano Zamagni. Il Forum delle famiglie già da tempo insiste sulla proposta del “fattore famiglia” per tenere conto, nel sistema fiscale, del numero dei figli a carico. Al presidente dello Forum, Francesco Belletti, presente all’incontro, abbiamo domandato cosa chiede il Forum alle istituzioni in questo momento:

R. - Noi chiediamo, in generale, che la famiglia non sia più a piè di lista, ma sia al primo posto nell’agenda del Paese, perché siamo convinti che sia il luogo che sta tenendo insieme il Paese: è un fattore di solidarietà, protegge i giovani e gli anziani, con servizi sempre meno diffusi e con una disoccupazione giovanile alle stelle. Quindi, senza la famiglia questo Paese avrebbe un grado di conflittualità molto più forte. Bisogna, perciò, partire dalla famiglia come una risorsa su cui investire, e le due richieste su cui abbiamo già contattato il governo sono: una seria revisione del fisco a favore delle famiglie con figli.

D. – Con il cosiddetto "fattore famiglia”?

R. – Sì, con il "fattore-famiglia". E poi con misure di conciliazione famiglia-lavoro. E’ in corso la discussione sulla riforma del lavoro: come per il fisco e per la riforma del lavoro, non ci sarà equità se non saranno a misura di famiglia.

D. – A chi dice che non ci sono i soldi, cosa rispondete?

R. – Prima di tutto, dico che si potrebbero fare misure equilibrate, anche a costo zero, riequilibrando i carichi fiscali e i costi delle misure su chi è stato finora avvantaggiato. Dico, inoltre, che possiamo tranquillamente adottare una politica di gradualità: non chiediamo tutto subito, possiamo partire dalle famiglie con bambini piccoli. L’importante è che venga riconosciuto il criterio: l’equità a misura di famiglia è un dato di civiltà che il nostro Paese non può più dimenticare.

D. – E la natalità è anche un fattore di sviluppo…

R. – E’ un dato abbastanza semplice da vedere. Tutti i Paesi in via di sviluppo hanno anche buoni tassi di natalità e le nazioni, in Europa, che resistono di fronte alla crisi non sono demograficamente bloccate. (v.v.)







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