2012-02-20 13:16:38

Honduras. Incendio nel carcere: salgono a 359 le vittime. Intervista con il vescovo di Comayagua


E’ salito a 359 vittime il bilancio dell’incendio che mercoledì scorso ha devastato il carcere di Comayagua in Honduras: ieri è morto un detenuto di 30 anni in seguito alle ustioni. Le autorità locali hanno reso noto che nel rogo è morta anche una donna che era nel carcere per visitare il marito. Su questa tragedia, Patricia Ynestroza ha intervistato mons. Roberto Camilleri vescovo di Comayagua:RealAudioMP3

D. - Il carcere di Comayagua era destinato a circa 250 detenuti: aveva invece oltre 850 carcerati, quasi 4 volte di più. Il sovraffollamento è un problema che riguarda tutte le carceri del Paese ed è dovuto al sistema giuridico dell’Honduras che presenta gravi ritardi. La metà delle persone si trova in carcere senza avere una sentenza definitiva. Ci sono grandi ritardi nei processi. E’ qualcosa di vergognoso! Ci sono tante persone in carcere semplicemente perché indagate, ma non ancora riconosciute definitivamente colpevoli. Il sovraffollamento, poi, causa epidemie, come la tubercolosi, e causa anche la violenza tra i detenuti costretti a vivere gomito a gomito in celle strapiene di persone. In tale situazione abbiamo avuto questo incendio: è stata una vera catastrofe! Ora c’è un’indagine, si cerca di capire se le cause sono state dolose o se c’è stato un corto circuito o qualcos’altro.

R. – Com’è stato accolto il messaggio del Papa?

D. - Il messaggio di cordoglio del Papa è stato molto ben accolto sia dai feriti che dai familiari delle vittime. Il Papa nelle prossime settimane verrà in America, in particolare in Messico che è un Paese che ha molti problemi in comune con l’Honduras: violenza, povertà, narcotraffico. La povertà nel nostro Paese è sempre alta e continua ad aumentare. Inoltre, siamo il Paese non in guerra più violento del mondo con più morti ammazzati al giorno. Ma sappiamo che non ci può essere progresso vero se c’è violenza, odio, vendetta. Tutto questo causa l’emigrazione. Su oltre 7 milioni di abitanti, un milione di honduregni sono emigrati negli Stati Uniti, in gran parte illegalmente. Emigrano a rischio della vita e sono tanti quelli che muoiono nel viaggio, nascosti in treno o attraverso il deserto. Quelli che arrivano e trovano lavoro aiutano molto il Paese inviando i loro guadagni alle famiglie. Ecco, questa è la nostra situazione e aspettiamo dal Papa un messaggio di speranza.







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