Grecia. Ancora manifestazioni contro i tagli. Oggi a Bruxelles si decide lo stanziamento
di 130 miliardi di Euro
La Crisi economica greca al centro oggi dell’Eurogruppo che torna a riunirsi a Bruxelles
per decidere se e quanto stanziare per far uscire Atene dal guado. Ipotizzati 130
miliardi di euro di aiuti, ma il Fondo Monetario Internazionale potrebbe ridurre il
suo sostegno. Febbrili i contatti in queste ore del premier greco Papademos volato
nella capitale belga per ottenere il sostegno della comunità economica dopo l’approvazione
del duro piano di austerity, ma ad Atene le proteste non si fermano. Massimiliano
Menichetti:
“Povertà
e fame non hanno nazionalità” è una delle voci simbolo di piazza Syntagma ad Atene.
Ieri 5000 persone secondo gli organizzatori, 3000 per le autorità, sono tornate a
manifestare davanti al parlamento ad una settimana dagli scontri più pesanti degli
ultimi decenni tra polizia e anarchici, che hanno letteralmente messo a ferro e fuoco
la città per i tagli imposti da Europa e Fondo Monetario Internazionale per avere
una seconda trance di aiuti. Lo ricordiamo la scorsa settimana circa 500-700 anarchici,
anche stranieri, con i volti coperti da passamontagna hanno attaccato il centro della
capitale. Il drammatico bilancio era stato di diversi palazzi, anche storici, dati
alle fiamme, una novantina di incendi appiccati, circa 170 negozi distrutti e saccheggiati.
I feriti sono stati 170, tra cui 70 poliziotti, e 74 gli arresti. Oggi a Bruxelles
l'Eurogruppo deciderà se trasferire i 130 miliardi di Euro che potrebbero dare una
boccata di ossigeno alla saturata economia del Paese Ellenico, ma fonti non confermate
parlano di una possibile riduzione del sostegno. Nella capitale belga è arrivato,
“per contatti”, anche il premier greco Papademos il quale potrebbe partecipare insieme
al ministro dell’economa Evangelos Venizelos al summit. Gli Stati Uniti caldeggiano
la stabilizzazione della situazione, ad Atene però i sindacati del settore pubblico
e privato continuano a ribadire che le richieste della troika ovvero, UE, BCE e FMI,
restano "inaccettabili", perché violano gli accordi collettivi e i diritti dei lavoratori.
In questo scenario comunque circa l’80% dei greci resta favorevole alla "prospettiva
europea", contro quasi il 20% che invoca l'uscita dall'euro.