2012-02-19 14:34:56

Messaggio di Quaresima: una testimonianza di dono e solidarietà per il Sud Sudan


Cosa impedisce di essere caritatevoli verso il prossimo? Il Papa pone questo interrogativo nel suo Messaggio per la Quaresima, puntando il dito sull’egoismo di anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni. Al contrario vi sono persone e famiglie che scelgono di donare pochi soldi per un’adozione a distanza ricevendo indietro una grande beneficio per la loro vita. Roberta Gisotti ha intervistato Daniela Fortini, di Italia Solidale in partenza per il Sud Sudan, Paese che sta vivendo una delicata transizione dopo l'indipendenza dal Nord e dove è sorta una delle 110 missioni di questa organizzazione di volontariato, fondata a Roma da padre Angelo Benolli:RealAudioMP3

R. – Non si può pensare di aiutare le persone, soprattutto in situazioni così difficili – parliamo del Sud Sudan ma parliamo anche di tante altre realtà dell’Africa, dell’India, del Sud America, e anche qui in Italia – se non si parte proprio da quello che è vero per ogni persona, di quello che è necessario per ogni persona, e cioè il fatto che ogni persona ha bisogno di essere rispettata perché nasce da Dio.

D. – “Italia Solidale” è attiva soprattutto sul piano delle adozioni a distanza…

R. – Adottare a distanza un bambino significa non fare raccolte fondi, metterle in progetti, metterle in strutture, in organizzazioni, in cose grandi. Significa avere una relazione diretta con un bambino che cresce in una famiglia: significa poter dare a queste persone la possibilità di diventare autosufficienti, perché la persona che fa l’adozione a distanza dà una quota di 25 euro al mese, che è poco più di un caffè al giorno. Così si possono aiutare queste persone che lavorano in piccole comunità di cinque famiglie a diventare autonome. Perché loro, che ricevono questo aiuto, non lo consumano così, semplicemente per mangiare, per andare a scuola, ma lo utilizzano sotto forma di prestito che restituiscono a se stesse per poi dopo passarlo ad altre persone. E’ un’opera che si sta svolgendo in tutto il mondo e che dà una gioia enorme, perché è fuori da tutte le strutture ma è in forte comunione con i vescovi che la apprezzano tantissimo, proprio perché arriva direttamente alle persone. E come arriva ai bambini nel Sud del mondo, arriva a chi fa l’adozione a distanza.

D. – Voi avete, poi, un impegno forte anche verso le famiglie, che in Italia aderiscono al progetto di “Italia Solidale” …

R. – E’ così. La cosa grandiosa che vediamo è che le persone che ci aiutano per le adozioni a distanza sono persone meravigliose, hanno un’anima enorme. In mezzo a mille difficoltà, non mettono in primo piano le difficoltà: mettono in primo piano il fatto che i bambini non debbano morire. E noi incontriamo questa gente, abbiamo la grazia di avere già 23 mila persone in tutta Italia collegate con noi con questo spirito. Spirito che è quello che porta avanti l’Italia, è l’anima dell’Italia. E allora, vogliamo rafforzarlo: andiamo in tutte le regioni italiane dove abbiamo persone che andiamo a trovare in casa per far vedere loro quale contributo stiano offrendo con l'adozione a distanza. E constatiamo che anche qui c’è veramente bisogno di quest’anima, che deve risorgere. Io chiedo allora a tutte le persone che ci ascoltano di avere il coraggio di vivere facendo vivere un bambino, e dunque di chiamare “Italia Solidale” allo 06/ 6877999.

D. – Daniela, in particolare nel Sud Sudan che tipo di situazione troverai?

R. – Il Sud Sudan esce da una situazione di grande sofferenza durata tanti anni. Questa popolazione è stata vittima di una guerra interna di odio tribale che non è finita, perché è rimasta ancora nell’animo di molte persone. Ma la cosa che si vede lì è la dignità meravigliosa di queste persone che hanno "tenuto"’ fino ad ottenere l'indipendenza. Hanno lottato e non per una questione di potere, ma di dignità. E questa è la cosa grande. Mentre incontreremo questo, incontreremo anche tantissima sofferenza perché si sa che, in queste situazioni appena uscite da una guerra, in questi nuovi Stati, la confusione è ancora tanta. Però, anche lì contiamo sulla forza di queste persone, sulla forza di famiglie che vogliono credere nella vita, che vogliono salvare i loro bambini. Contiamo moltissimo sull’amore che gli italiani possono dare anche a questi bambini, e siamo sicuri che insieme anche lì potremo combattere il male che li affligge. (gf)







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