"Che ci siano enti
no-profit (ecclesiastici e non) che possano aver commesso abusi o che si siano travestiti
da enti no-profit pur non avendo questa natura, è una distorsione che va colpita.
Ma tutte le altre realtà (circa 300mila, secondo il censimento Istat) che svolgono
un’attività preziosa di coesione sociale vanno invece tutelate, altrimenti si rischia
di uccidere il Paese intero". E' il commento di Edo Patriarca, già portavoce del
Terzo Settore, al provvedimento a cui sta lavorando il Governo con l'obiettivo di
garantire l'esenzione dal pagamento ICI per gli immobili 'non commerciali' e di sottoporre
invece all'imposta gli immobili che fanno attività 'commerciale'. "Io invito il Governo
- prosegue Patriarca - ad agire con prudenza e a consultare chi (come l’Agenzia per
il Terzo Settore) ha già avviato su questo tema una riflessione attenta. Sicuramente
sarà complicato distinguere tra la prevalenza o meno del carattere commerciale di
un'attività. Ci sono delle situazioni in cui in effetti l’utilità sociale è offuscata".
Ai nostri microfoni anche Paolo Beni, Presidente nazionale ARCI: "Le nostre
strutture già in buona parte pagano l’imposta, in parte ne sono esenti, in base all’art.
7. della legge sull'ICI. E' chiaro che - laico o ecclesiastico che sia il soggetto
- bisogna pagare laddove ci sono attività commerciali. Noi stessi diciamo che c’è
una effettiva persecuzione verso la Chiesa, in questo ambito". Giuseppe Frangi,
direttore di Vita. it, il settimanale italiano del no-profit parla di correzione di
rotta legittima. "La cosa che ci preoccupa sempre - sottolinea - è sentir dire che
l’esenzione ICI sia un privilegio. Non lo è, anzi, è una delle pochissime misure di
favore che oggi in Italia esistono per aiutare chi in forma di associazionismo fornisce
al Paese un valore aggiunto enorme e non quantificabile. Il problema è che qui
il no-profit si elogia solo a parole, quando si tratta di decidere lo si penalizza.
Tanto per fare un esempio - conclude - pensate cosa succederebbe se dovesse sparire
la serie di oratori feriali. Sarebbe un vero disastro". (di Antonella Palermo)