2012-02-17 13:40:53

L'arcivescovo Braz de Aviz tra i nuovi cardinali: testimoniare l'amore di Dio nel mondo


Tra i nuovi cardinali c’è anche l’arcivescovo brasiliano João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Silvonei Protz lo ha intervistato sul significato di questa nomina cardinalizia:RealAudioMP3

R. – Questa nomina cardinalizia non è importante solo per la persona che lo riceve come una missione, ma io la vedo anche come un servizio, come una maturazione di un cammino che Dio ha scelto per alcuni. E’ una strada fatta di molta responsabilità, che ci chiama a dare una testimonianza con il Collegio dei cardinali. Una testimonianza profonda, di comunione, di servizio vicino al Santo Padre, che è la persona che ci riunisce tutti.

D. Lei diventa cardinale in questo 2012, Anno della Fede…

R. - Io sono contento di diventare cardinale proprio nell’Anno della Fede: senza la fede questo non ha alcun significato! Sono contento che questo avvenga nell’anno in cui si cerca anche questo rapporto più profondo di luce della nuova evangelizzazione, cioè un’evangelizzazione poggiata più sulla testimonianza, sulla trasparenza, sulla cura pastorale delle persone e poggiata anche su una vita di comunione che deve essere rafforzata nelle nostre comunità, nella Chiesa: si tratta di promuovere sempre di più uno spirito di famiglia.

D. – La Chiesa ha sempre più bisogno di questa testimonianza della fede e dell’amore vissuto anche al proprio interno …

R. - Queste sono cose belle, di cui tutti noi abbiamo bisogno. Chissà che rivivendo queste cose - e noi cardinali vogliamo dare il nostro aiuto in questo senso, attraverso le varie mansioni che ci sono affidate qui a Roma e nel mondo - possiamo vedere questa Chiesa brillare di un’esperienza sempre più profonda della luce di Dio, quella luce che è amore per le persone e che è risposta di felicità per le persone.

D. - E lei come si sente in questo nuovo contesto?

R. - Io penso di essere un semplice “tassello” tra quanti compongono una cosa più grande. E lì, c’è il mio lavoro, di servizio, di testimonianza che io devo dare. Però c’è un corpo intorno a ciascuna persona che bisogna comporre nella comunione di tutti.







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