2012-02-16 13:18:50

Benedetto XVI ai vescovi europei e africani: la Chiesa non ha paura di annunciare il Vangelo tra tanti problemi e sfide


I problemi “non mancano” ma “sono anche la prova che la Chiesa è viva” “e non ha paura” di annunciare il Vangelo. Così Benedetto XVI rivolto stamane ai vescovi europei ed africani riuniti a Roma questa settimana per il secondo Simposio delle Conferenze episcopali dei due continenti, insieme a delegati di dicasteri vaticani e di organismi ecclesiali. Circa 80 i partecipanti all’udienza svoltasi nella Sala Clementina del Palazzo apostolico. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

“Fede e carità” “si illuminano a vicenda nella loro verità”. Lo ha ricordato il Papa a tutti i partecipanti al Simposio, raccomandando di tenere ben saldo questo legame nei rapporti tra Chiese in Africa e in Europa:

“….è bello vedere come la Chiesa in Africa, pur vivendo in mezzo a tante difficoltà e con il bisogno di pace e di riconciliazione, è disponibile a condividere la sua fede”.

La speranza e la gioia espresse dalle comunità ecclesiali africane sono sempre per le Chiese europee “un momento di grazia”. Ma ci sono “sfide impegnative” comuni da affrontare, ha sottolineato Benedetto XVI. In primo luogo l’indifferenza religiosa, “che porta molte persone a vivere come se Dio non ci fosse o ad accontentarsi di una religiosità vaga, incapace di misurarsi con la questione della verità e il dovere della coerenza”:

“Oggi, soprattutto in Europa, ma anche in alcune parti dell’Africa, si sente il peso dell’ambiente secolarizzato e spesso ostile alla fede cristiana”.

Altre sfide, l’edonismo, “che ha contribuito a far penetrare la crisi dei valori nella vita quotidiana, nella struttura della famiglia, nel modo stesso di interpretare il senso dell’esistenza”. Ed ancora pornografia e prostituzione, “sintomo di una situazione di grave malessere sociale”:

“Voi siete ben consapevoli di queste sfide, che provocano la vostra coscienza pastorale e il vostro senso di responsabilità”.

Sfide che non devono scoraggiare, ha detto il Santo Padre ma “rinnovare l’impegno e la speranza”, ponendo al centro dell’attenzione pastorale anzitutto la famiglia, “chiesa domestica”, “solida garanzia” per rinnovare la società, custode di “usanze, tradizioni, costumi, riti impregnati di fede”, terreno più adatto per il fiorire di vocazioni, minacciate dall’odierna mentalità consumistica; famiglia “fulcro formativo della gioventù”:

“L’Europa e l’Africa hanno bisogno di giovani generosi, che sappiano farsi carico responsabilmente del loro futuro”.

Da qui il richiamo a tutte le Istituzioni perché il cammino dei giovani “non sia segnato dall’incertezza e dal buio” ma piuttosto sia supportato – ha raccomandato ai presuli - da una formazione culturale, illuminata dalla luce del Vangelo:

“Così la cultura nutrita dalla fede porta alla vera umanizzazione, mentre le false culture finiscono per condurre alla disumanizzazione: in Europa e in Africa ne abbiamo avuto tristi esempi”.

Ha concluso il Papa chiedendo la preghiera e l’impegno di tutti i fedeli per affrontare i tanti problemi emersi nel Simposio:

“Certo, essi non mancano, e sono talvolta rilevanti; ma, d’altra parte, sono anche la prova che la Chiesa è viva, è in crescita, e non ha paura di compiere la sua missione evangelizzatrice”.







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