2012-02-15 19:41:42

Unità e impegno concreto, è quanto emerge dai lavori in corso del secondo Simposio dei vescovi d'Africa e d'Europa


In pieno svolgimento a Roma il secondo Simposio fra vescovi d’Africa e d’Europa dedicato all'evangelizzazione all’insegna della comunione e della collaborazione. Intanto, ieri pomeriggio, delegati delle Conferenze episcopali dei due continenti hanno fatto il punto sui lavori sottolineando una forte comunione di pensiero e di speranze. Al microfono di Gabriella Ceraso le testimonianze del cardinale Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e mons Buti Joseph Tlhagale, arcivescovo di Johannesburg:RealAudioMP3

R. – Ancora 10 anni fa si aveva l’impressione che vi fossero due gruppi – africani ed europei - con grandi diversità che dovevano cercare di dialogare tra loro. Oggi ci consideriamo come confratelli con problemi analoghi, come la migrazione e l’educazione, i problemi sociali, la giustizia e l’economia. Notiamo, inoltre, che il ragionamento comune è capace di presentare nuove idee ed anche nuove strategie.

D. – Cosa può dare l’Europa, in questo momento storico, all’Africa?

R. – Di certo non soltanto aiuti economici, ma anche una propria conversione: analizzando alcune situazioni di ingiustizia e di altre problematiche che si presentano in Africa, possiamo trovare le radici dei nostri Paesi. Dobbiamo perciò alzare la voce, analizzare le cause e promuovere una visione più giusta ed equilibrata anche nella stessa Europa.

D. – Mons. Tlhagale, lei ha parlato di un cambiamento di mentalità, nei confronti dell’Africa, che sta emergendo dal Simposio. Che cosa intende dire?

R. – In questo momento abbiamo i preti o altre persone religiose che vengono proprio in Africa, rendendosi responsabili per la loro evangelizzazione. Penso anche che questo cambi il modo di vedere l’Africa: abbiamo sempre pensato che l’origine delle cose, del modo di pensare fosse proprio qui, in Europa. Ma non è più così: l’Africa ha un certo influsso sull’Europa.

D. – Domani il vostro messaggio conclusivo. Quali sono le sue speranze per il futuro?

R. – Quella che facciamo tra noi è una promessa: possiamo lavorare insieme e possiamo riuscirci. (vv)







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