"Un esempio di speranza". Così il sindaco di Savona sul bidello che ha dipinto la
scuola prima di andare in pensione
“Un riconoscimento per il suo grande senso civico”. Così il sindaco di Savona, Federico
Berruti, che ha premiato Giovanni Garulla, operatore scolastico che prima di andare
in pensione ha ridipinto, di sua iniziativa, la scuola elementare Mignone, dove ha
lavorato per quasi vent’anni. Massimiliano Menichetti:
E’ diventato
in pochi giorni, da quando la sua storia ha fatto il giro di Internet, il bidello
più famoso d’Italia. Si tratta di Giovanni Garulla, 61 anni, lunghi baffoni neri,
in pensione da settembre, che prima di appendere il grembiule scuro che lo ha accompagnato
per 18 anni, ha preso pennello e vernice per ridare alla sua scuola una nuova veste.
Un incarico fuori mansione, nato in un pomeriggio di primavera, quando Giancarlo -
come lo chiamano tutti - ha guardato le pareti scrostate, coperte da disegni, della
scuola elementare Mignone, nel quartiere di Legino, periferia savonese e così ha deciso
la spedizione al colorificio più vicino. Non ha esitato a portarsi vestiti da lavoro
e pennelli da casa. Il resto della spesa a carico del Comune. A dargli una mano le
altre colleghe. Ecco quanto ci dice Giancarlo Garulla:
“La scuola è
grande, onestamente non mi ricordo quante stanze ci sono... Anche le altre bidelle
che erano a Legino mi hanno aiutato. Ho visto che la scuola aveva bisogno di interventi,
ho chiesto alla capo gruppo se potevo dare la tinta, il bianco e il resto…”
Una
vicenda, in tempi di crisi e amarezze, che mostra ancora una volta un volto bello
dell’Italia: quello che non si scoraggia, che dona, dell’orgoglio e del servizio.
“Non mi è mai piaciuto stare senza far niente”, ribadisce semplicemente l’operatore
scolastico più famoso d’Italia, che ha regalato a tutti, insegnanti, alunni, genitori
e colleghi, stanze colorate e sorrisi:
R. - Mi vorrebbero ancora lì, nonostante
ora sia in pensione.
D. - Le manca un po’ la scuola che ha ridipinto?
R.
- Sì, ogni tanto mi manca.
D. – Adesso la sua scuola di cosa ha bisogno?
R.
- Per ora non ha bisogno di niente, perchè è a posto. Certo, sono rimaste ancora delle
parti minori da dipingere, ma ho detto che se hanno bisogno, la prossima estate torno
a finirle.
Giancarlo, prima di lavorare a scuola, è stato un operaio saldatore,
ha tre figli e una moglie casalinga che si dice orgogliosa ed emozionata per quanto
sta succedendo. Tutti hanno stretto la mano al sindaco di Savona, Federico
Berruti, che venuto a conoscenza della storia ha invitato la famiglia in municipio,
per consegnare personalmente a Giancarlo un premio: un quadro.
R. - Mi ha sorpreso
l’eco di questo nostro gesto, che voleva essere assolutamente un gesto semplice. Questa
eco, comunque, fa in qualche modo riflettere: significa che, in questo momento, abbiamo
bisogno di ritemprarci con questi esempi di cittadini che amano il proprio lavoro
e la propria città. Cittadini che hanno la capacità, l’energia e la voglia di fare
qualcosa che va oltre il loro dovere, un qualcosa che quindi possiamo chiamare “passione
civile”. E’ un merito che va assolutamente riconosciuto.
D. – E’ un po’ un
simbolo, questo caso, secondo lei?
R. – Certamente lo é. E’ chiaro che non
potremmo premiare tutti questi gesti. Il fatto di premiarne qualcuno vuole rendere
evidenti dei simboli positivi, perché poi questi gesti sono molto diffusi. Credo che
conoscerli e renderli visibili intanto ci spinge ad emularli, e poi ci può dare anche
fiducia o, volendo usare un termine più importante, anche speranza.
D. – Possiamo
dire, quindi, che ad essere simbolicamente premiate sono tutte le persone che vanno
oltre quello che gli è meramente richiesto?
R. – Il senso è sicuramente questo.
Non c’è dubbio che è rappresentativo di tanti altri: noi ci troviamo a Savona, ma
questo è un paese che è noto a noi ed è noto nel mondo proprio per questa generosità
che non è un luogo comune ... è vera. Credo perciò che questo sia un elemento essenziale,
dal quale ripartire per questa ricostruzione in cui tutti siamo impegnati.(vv)