Ucraina: rapporto del Consiglio per i diritti umani sulla restituzione dei beni alla
Chiesa
La questione della restituzione dei beni della Chiesa in Ucraina è un problema urgente
per le relazioni tra Chiesa e Stato, nelle attuali condizioni. È l’opinione espressa
dal commissario del Consiglio supremo per i Diritti umani dell’Ucraina, Nina Karpachova,
nel Rapporto annuale sullo stato del rispetto e della protezione delle libertà e dei
diritti umani in Ucraina. Secondo il commissario, il processo di restituzione degli
edifici religiosi e di altri beni agli enti religiosi dovrebbe essere continuato e
ha bisogno di essere regolamentato da una legge appropriata: “La sua approvazione
- ha spiegato Karpachova - ridurrebbe considerevolmente l’asprezza dei conflitti che
provocano tensioni nelle relazioni tra le diverse denominazioni e tra Stato e Chiesa”.
Il Rapporto indica che attualmente solo il 69% degli enti religiosi dell’Ucraina è
dotato degli edifici religiosi originari. Circa 8.000 enti religiosi - riferisce l'agenzia
Sir - svolgono ancora le proprie attività in sedi in affitto o adattate. Secondo l’Istituto
per la libertà religiosa, il monitoraggio svolto dall’ombudsman mostra che ci sono
molti problemi in merito alla libertà di culto e di confessione nel Paese. Nel 2011,
l’ombudsman ha ricevuto 4.760 domande di 99.486 persone in merito al miglioramento
della legge vigente sulla libertà di culto e sugli enti religiosi; la procedura di
rinnovo dei diritti delle comunità religiose alla restituzione dei beni ecclesiastici
confiscati durante il regime sovietico; la restituzione degli edifici religiosi e
di altri edifici ecclesiastici che sono di proprietà dello Stato o di proprietà comune,
etc. Secondo l’ombudsman, l’armonizzazione del modello nazionale di relazioni socio-religiose
e Stato-Chiesa rispetto agli standard europei richiede l’approvazione del Consiglio
per le relazioni Stato-Chiesa in Ucraina e il rinnovo delle leggi in vigore nel più
breve tempo possibile. (R.P.)