Turchia: speranza dei vescovi per il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica
La Conferenza episcopale turca chiede al governo di trovare una soluzione per gli
immobili della Chiesa latina, sia quelli officiati sia quelli confiscati. Lo ha fatto
nel corso di un colloquio svoltosi ieri tra leader e rappresentanti delle diverse
comunità religiose della Turchia. Promosso dal ministro per gli Affari Europei e capo
negoziatore per l’Adesione della Turchia all’Unione Europea, Egemen Bağış, l’incontro
è stato voluto per affrontare le problematiche che riguardano i luoghi di culto. Il
portavoce della Conferenza episcopale turca, Rinaldo Marmara, in una breve allocuzione,
ha tracciato la storia della Chiesa latina cattolica di Turchia, da Bisanzio ai giorni
nostri, insistendo sul fatto che la Chiesa latina è stata sempre messa da parte a
causa della sua universalità, in opposizione alle Chiese locali (greca e armena ortodosse).
In un comunicato stampa diffuso al termine dell’incontro, i vescovi della Turchia
sottolineano che ancora oggi la Chiesa latina non ha una personalità giuridica e che
per tale motivo ha perso i suoi immobili. A tal proposito le controverse questioni
giuridiche dei primi anni del ‘900 non sono state ancora risolte. Le proprietà della
Chiesa latina infatti, non sono iscritte sulla Lista del 1936, ma figurano sulla Lista
detta di Bompard del 1913, firmata dal ministro degli Esteri dell’Impero ottomano
Said Halim Paşa e il rappresentante della Chiesa in Turchia, l’ambasciatore di Francia
Maurice Bompard. Ma i vescovi sperano che l’articolo addizionale n.17 della legge
5737 pubblicata il 27 agosto del 2011, possa chiarire le cose, e confidano nella volontà
e nel desiderio del governo di trovare soluzioni sulla proprietà degli immobili della
Chiesa latina in Turchia. (T.C.)