Irlanda: la Conferenza episcopale lancia un progetto di assistenza sanitaria
La Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale irlandese ha lanciato
il suo progetto di assistenza sanitaria per i fedeli del Paese. Il documento è stato
presentato presso l’ospedale “Mater Misericordiae” di Dublino, gestito dalle Suore
della Carità, che nel 2011 ha celebrato i 150 anni di attività. “Il progetto episcopale
– si legge in una nota dei vescovi – vuole essere una risposta all’attuale programma
di governo in campo sanitario ed è ispirato ai principi-cardine della Dottrina sociale
della Chiesa: dignità umana, bene comune, partecipazione, solidarietà e sussidiarietà”.
In effetti, nel marzo 2011 il governo irlandese ha pubblicato una proposta di riforma
del sistema sanitario, anche per rispondere agli obiettivi fissati dall’Unione Europea.
In particolare, il piano dell’esecutivo si concentra sulla creazione di un unico livello
di servizio sanitario, finanziato da un’assicurazione universale, da introdurre entro
il 2016. Come sottolinea mons. Raymond Field, presidente della Commissione episcopale
Giustizia e Pace, “il tema dell’assistenza sanitaria e della giustizia è una nostra
preoccupazione da lungo tempo. Il progetto presentato lunedì scorso è scaturito anche
dalle consultazioni con le Congregazioni religiose impegnate nel campo sanitario”.
Ma il messaggio che i vescovi irlandesi vogliono lanciare è che “il concetto di sanità
è più ampio di quello di assistenza sanitaria o di servizi sanitari. Oggi, occorre
un approccio multidimensionale: ad esempio, il documento episcopale sottolinea l’impatto
dell’educazione nelle scelte che le persone compiono in relazione alla propria salute”.
Allo stesso tempo, la Chiesa irlandese esprime perplessità su alcuni punti della riforma
sanitaria che il governo vuole attuare: in particolare, i vescovi si dicono preoccupati
del fatto che “il progetto dell’esecutivo guardi con poca attenzione ai fattori sociali
che riguardano la sfera sanitaria e si concentri, invece, strettamente sui servizi
sanitari”. “I servizi medici – continuano i presuli – sono solo uno dei fattori che
aiuterà a migliorare la salute della popolazione negli anni a venire. Di fatto, abbiamo
bisogno di un approccio equilibrato che dia la dovuta attenzione non solo ai servizi
medici, ma anche ad altri fattori. In sostanza, ciò che serve è una politica sanitaria,
non solo una politica di servizi sanitari”. Tra l’altro, continuano i vescovi, “gli
obiettivi del governo in materia di sanità spesso sono espressi con i numeri: riduzione
della durata della degenza in ospedale, aumento dei posti letto… Ma non dobbiamo dimenticare
dietro le statistiche ci sono persone che soffrono ed altre che si prendono cura di
loro”. Per questo, concludono i presuli, “in vista della riforma del sistema sanitario,
dobbiamo essere motivati innanzitutto dalla solidarietà”, anche perché “non ci si
può dimenticare che la salute è fondamentale per il bene comune”. (A cura di Isabella
Piro)