2012-02-15 14:12:57

India: l’incontro dei preti diocesani di rito latino dedicato alla nuova evangelizzazione


Per evangelizzare la società e dare adeguate risposte di fede ai suoi problemi, i sacerdoti devono dare l’esempio cominciando da se stessi. È l’esortazione con cui mons. Thomas A Vazhapilly, vescovo di Mysore e presidente della Conferenza dei vescovi indiani di rito latino (Ccbi) ha aperto ieri a Mumbai i lavori della del 10° incontro annuale della Conferenza dei preti diocesani dell’India (Cdpi) dedicato al tema della nuova evangelizzazione. Citando l’esempio della lotta alla corruzione al centro del dibattito politico nel Paese e affrontato dai vescovi alla loro recente plenaria biennale a Mangalore, mons. Vazhapilly ha sottolineato come ogni sacerdote è chiamato a partire da se stesso: “Quando parliamo di corruzione pensiamo sempre agli altri”, ha detto. In realtà chiunque “non faccia il proprio dovere, sia esso un medico, un insegnante, un sacerdote o un vescovo, è corrotto. Un sacerdote che non è onesto con se stesso è corrotto”. Lo stesso vale per la missione evangelizzatrice della Chiesa: “L’evangelizzazione deve essere parte integrante di ogni aspetto della nostra vita, dobbiamo evangelizzare noi stessi prima di evangelizzare gli altri”, ha detto il presule ripreso dall’agenzia Ucan. E questo riguarda in modo particolare i sacerdoti ordinati chiamati a guidare il loro gregge come Mosè e a continuare l’opera redentrice di Cristo. Una missione – ha rilevato – che purtroppo alcuni sacerdoti interpretano in senso restrittivo, limitandola alla celebrazione dell’Eucaristia. La nuova evangelizzazione – ha quindi concluso mons. Vazhapilly - deve essere considerata come il quinto Vangelo: “Ogni battezzato deve vivere nella propria vita quotidiana i quattro Vangeli diventando il quinto Vangelo vivente”. La riunione dei preti diocesani indiani si conclude domani. (L.Z.)







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