2012-02-15 12:12:41

Il Papa all’udienza generale: sulla croce Gesù ci insegna che anche nelle prove siamo sempre nelle mani di Dio


All’udienza generale, nell'Aula Paolo VI in Vaticano, Benedetto XVI ha proseguito la sua meditazione sulla preghiera di Gesù in Croce. Il Papa ha sottolineato che, anche nelle prove più difficili, non cadiamo mai fuori dalle mani di Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Nell’Aula Paolo VI, gremita di fedeli, il Papa ha offerto la sua riflessione sulla preghiera di Gesù nell’imminenza della morte. Le parole di Gesù sulla Croce, sottolinea il Papa, ci offrono indicazioni “impegnative alla nostra preghiera, ma la aprono anche ad una serena fiducia e ad una ferma speranza”:

“Gesù che chiede al Padre di perdonare coloro che lo stanno crocifiggendo, ci invita al difficile gesto di pregare anche per coloro che ci fanno torto, ci hanno danneggiato, sapendo perdonare sempre affinché la luce di Dio possa illuminare il loro cuore e ci invita a vivere, nella nostra preghiera, lo stesso atteggiamento di misericordia e di amore che Dio ha nei nostri confronti”.

Nell’imminenza della crocifissione e, in particolare, nel chiedere il perdono per i propri carnefici, osserva il Papa, Gesù vive pienamente “la sua relazione filiale con Dio”. Il Pontefice si sofferma dunque sulla risposta alla preghiera del “buon ladrone”: “Oggi sarai con me nel paradiso”:

“Così attraverso questa risposta dona la ferma speranza che la bontà di Dio può toccarci anche nell’ultimo istante della vita e la preghiera di Dio può toccarci anche nell’ultimo istante della vita e la preghiera sincera, anche dopo una vita sbagliata, incontra le braccia aperte del Padre buono che attende il ritorno del figlio”.

“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”: Gesù, sottolinea, si consegna al Padre “in un atto di totale abbandono”. Il suo è “un forte grido di estremo e totale affidamento a Dio”:

“La preghiera di Gesù di fronte alla morte è drammatica come lo è per ogni uomo, ma, allo stesso tempo, è pervasa da quella calma profonda che nasce dalla fiducia nel Padre e dalla volontà di consegnarsi totalmente a Lui”.

Ecco allora, soggiunge, che comprendiamo come Gesù si sia “lasciato consegnare nelle mani degli uomini, ma è nelle mani del Padre che Egli pone il suo spirito”. Un affidamento che è segno di speranza:

“Gesù che nel momento estremo della morte si affida totalmente nelle mani di Dio Padre, ci comunica la certezza che, per quanto dure siano le prove, difficili i problemi, pesante la sofferenza, non cadremo mai fuori delle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele”.

Dopo la catechesi, il Papa ha rivolto un saluto particolare ai cardinali Stanislao Dziwisz e Stanislao Ryłko e alla delegazione venuta dalla Polonia per presentare la riproduzione della Porta Santa della Basilica di San Pietro, che sarà collocata nel museo del Beato Giovanni Paolo II a Wadowice.







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