Dignità del lavoro e giustizia sociale nelle tradizioni religiose
La pubblicazione, che beneficia degli importanti contributi del Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace, incoraggia i decisori politici ad una sempre più stretta
collaborazione con tutte le comunità religiose per sviluppare programmi a favore della
protezione sociale e della sicurezza, specialmente in ambito lavorativo. Negli ultimi
decenni il mondo ha vissuto un processo di globalizzazione fortemente accelerato di
cui alcuni hanno lungamente beneficiato, ma che molti hanno di fatto subito. Da qui
la peggiore crisi mai vista dall’epoca della Grande Depressione del ‘29, contraddistinta
da una globalizzazione sempre più priva di fondamento etico e dove sempre meno conta
la dignità dell’individuo. La reazione a questo processo era invitabile. In tutto
il mondo, dall’Africa all’Europa si registra un crescente senso di rabbia e di preoccupante
disordine sociale. Conseguenze negative di una globalizzazione speculativa, che si
sperimentano ogni giorno proprio nel mondo del lavoro: bassi salari, condizioni di
lavoro difficili, disoccupazione, lavoro forzato, lavoro minorile, poca o nessuna
protezione sociale. E l’elenco potrebbe continuare. Ecco che allora creare un lavoro
dignitoso per ogni individuo è oggi diventato un imperativo stringente: ristabilire
l’equilibrio economico-sociale e riportare i valori umani al di sopra delle scelte
politiche è il dovere di ciascun governante. Ma forse non bisogna andare troppo
lontano per trovare le risposte. Ripartire dalle tradizioni religiose del mondo può
essere una chiave di lettura efficace. Spiritualità e valori, infatti, diventano fondamentali
nella ricerca di una globalizzazione giusta ed etica tanto che la dignità nel lavoro
e la giustizia sociale rappresentano un valore comune alle diverse tradizioni religiose.
Questo il filo conduttore della recente pubblicazione “Decent Work and social
justice in religious traditions” alla cui stesura hanno collaborato il World Coucil
of Churches (WCC) assieme all'International Labour Organization (ILO) in partnership
con l'Islamic Educational Scientific and Cultural Organization (ISESCO) e del supporto
della Yeshiva University e dell’European Buddhist Union (EBU). Il libro beneficia
inoltre degli importanti contributi del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace, che sostiene peraltro attraverso le proprie attività e pubblicazioni temi di
attualità e sociali come i diritti dell’uomo e l'ambiente nella prospettiva della
Chiesa cattolica, gli aspetti e le esigenze etiche dell’economia, delle attività finanziarie
e del mondo del lavoro. Tali pubblicazioni hanno lo scopo di far conoscere e rendere
accessibile l’insegnamento sociale della Chiesa al maggior numero possibile dei cosiddetti
“moltiplicatori”: Conferenze Episcopali, Commissioni Episcopali di Pastorale Sociale,
Commissioni “Giustizia e Pace”, Associazioni e Movimenti di laici, sacerdoti, religiosi,
seminaristi e catechisti. Il libro incoraggia i decisori politici ad una sempre
più stretta collaborazione con tutte le comunità religiose per sviluppare programmi
a favore della protezione sociale e della sicurezza, specialmente in ambito lavorativo.
La pubblicazione analizza i concetti di solidarietà e di sicurezza espresse nel
Decent Work Agenda (DWA) dell'OIL, riconoscendo i contributi specifici e gli impegni
delle tradizioni religiose per la giustizia sociale, la dignità nel lavoro e i diritti
economici. Il libro spiega gli impegni delle varie tradizioni religiose, tra cui
il cattolicesimo, protestantesimo, islam, ebraismo e buddismo, dimostrando che è necessario
una globalizzazione dei valori spirituali sul tema del lavoro. Ispirato dalla forte
preoccupazione religiosa in tema di giustizia sociale, Somavia scrive: "La dignità
umana, la solidarietà e soprattutto la connessione tra lavoro, giustizia sociale e
pace ci hanno messo su un terreno comune […] Questo manuale è un primo passo. Vedo
una nascente collaborazione per accelerare l'alba di una nuova era basata sulle tematiche
comuni della giustizia sociale”. Tveit approva i punti di vista di Samavia, affermando:
"Come cristiani, crediamo che il lavoro ci sia dato per rappresentare i nostri talenti,
lavorando per il bene comune. In un momento in cui molti non hanno lavoro, abbiamo
bisogno di ribadire come il lavoro contribuisce anche alla giustizia e alla pace ".
Grazie a questa collaborazione, la WCC incoraggia le Chiese a divulgare il valore
di correttezza per quanto riguarda le condizioni di lavoro e del mercato. Questo approccio
fa parte del processo AGAPE (Alternative Globalization Adressing People and Earth)
ed è stato affrontato nel 2006 durante la 9° assemblea del WCC, in Brasile. Il
manuale fa luce anche sul lungo coinvolgimento interreligioso tra WCC e ILO con varie
iniziative di dialogo, che manifestano il potenziale e la volontà delle diverse tradizioni
religiose di collaborare insieme per la divulgazione comune delle tematiche della
dignità del lavoro e della giustizia sociale. Attualmente il manuale è stato tradotto
in quattro lingue: Inglese, Arabo, Francese, Spagnolo ed è possibile consultarlo al
link seguente: