2012-02-11 08:15:23

Nuova giornata di sangue in Siria


Sempre più critica la situazione in Siria: la giornata di ieri è stata contraddistinta da un duplice attentato ad Aleppo, la seconda città del Paese, dove sono morte 28 persone e ne sono state ferite 235. Colpite la sede dei servizi segreti militari e una caserma delle forze di sicurezza. Marina Calculli: RealAudioMP3

Sull’aggravarsi della crisi in Siria, Sergio Centofanti ha raggiunto telefonicamente a Damasco il nunzio apostolico in Siria, l’arcivescovo Mario Zenari: RealAudioMP3
R. – C’è una spirale di violenza, una violenza che aumenta di giorno in giorno e la povera gente ne fa le spese, a cominciare da tutte queste vittime innocenti: l’Unicef parla di oltre 400 bambini morti dall’inizio del conflitto. E’ una cosa incredibile, una cosa impressionante: i bambini sono presi di mira per esempio ad Homs, dove si spara su qualunque cosa si muova. Allora si spara addosso anche a qualche bambino che magari in mano ha soltanto la spesa, il pane o del cibo che era andato a comprare per la famiglia… Qui cominciano a scarseggiare i viveri, scarseggiano le medicine; è difficile curare i feriti ed è addirittura rischioso soccorrerli. Questa mattina un padre mi diceva che una signora greco-ortodossa era andata da lui a supplicarlo: “Mi aiuti a seppellire quattro famigliari, tra cui mio padre, morti in casa da quattro giorni…”. Non si riesce neanche a seppellire i morti!. E con grande rischio hanno seppellito questi morti, scavalcando il muro del cimitero…

D. – Ci sono stati attacchi contro sedi militari ad Aleppo: chi c’è dietro questi attacchi?

R. – Non si sa chi stia dietro a questi attentati, a queste esplosioni. E’ una situazione molto complicata: bisogna andare a decifrare tutta questa spirale di violenza.

D. – Come vede la possibilità di una ripresa del dialogo?

R. – E’ molto, molto difficile. Purtroppo credo che la possibilità del dialogo si complichi ogni giorno di più, via via che cresce questa spirale di violenza. Comunque bisogna sempre sperare!

D. – Cosa può fare la comunità internazionale?

R. – Sembra che qualcosa si stia muovendo, ma siamo in vista di una emergenza umanitaria e bisogna quindi impegnarsi di più. Bisogna fare in fretta e non aspettare troppo a mettere in atto almeno le soluzioni possibili.

D. – Qual è la situazione della minoranza cristiana?

R. – Devo dire che finora la comunità cristiana è rispettata: finora non sono stati presi di mira i cristiani in quanto cristiani. Fino a questo momento non è stata graffiata neanche una chiesa… Questa situazione, se si fa il paragone con altri Paesi dell’area, dove hanno cominciato a bruciare chiese, dà un po’ di speranza. Ecco, un aspetto positivo è che i cristiani sono rispettati e quindi potrebbero e possono giocare un ruolo importante, possono fare un po’ da ponte in questo clima di odio che c’è tra gli uni e gli altri. I cristiani sono al servizio della Siria, e offrono il loro spirito di dialogo, di riconciliazione e di perdono. (mg)







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