Il presidente della "Catholic Health Association", suor Carol Keehan: Obama torni
indietro sull’obiezione di coscienza
Negli Stati Uniti, si rafforza nel mondo cattolico, e non solo, l’opposizione alla
decisione dell’Amministrazione Obama di obbligare le istituzioni sanitarie religiose
ad includere nei loro piani assicurativi prodotti contraccettivi ed abortivi. Assieme
alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, centinaia di ospedali e associazioni
cattoliche si sono mobilitate per chiedere il rispetto della libertà religiosa e dell’obiezione
di coscienza, tradite da questa disposizione contenuta nelle linee-guida della riforma
sanitaria. Per un commento sulle ragioni di questa mobilitazione, Alessandro Gisotti
ha intervistato suor Carol Keehan, presidente della “Catholic Health Association”,
ente che dal 1915 riunisce gli operatori sanitari cattolici americani:
R. – This is
the first time, on a federal level, in our Country, that we’ve had … Questa è la
prima volta che a livello federale, nel nostro Paese, il governo dice alla Chiesa
di dover acquisire qualcosa a cui la Chiesa da lungo tempo si oppone. Ed è anche la
prima volta che si è arrivati a coniare questa definizione tanto riduttiva di “datore
di lavoro religioso”. Da oltre due secoli, ospedali cattolici, scuole cattoliche e
università cattoliche esistono sul suolo americano, e noi ci siamo sempre considerati
ministri della Chiesa. E il fatto che il governo federale abbia improvvisamente modificato
la definizione in “datore di lavoro religioso”, potenzialmente apre la strada a molte
ingerenze nei riguardi delle nostre convinzioni morali. Dai tempi del nostro primo
presidente, Thomas Jefferson, fino allo stesso presidente Obama, siamo sempre stati
rassicurati sul rispetto della nostra libertà di coscienza.
D. – Ci può dire
quali sono state le reazioni, i sentimenti dei componenti della “Catholic Health Association”
– medici, infermieri, religiosi e laici – che lavorano presso gli ospedali cattolici?
R.
– You know, I think the interesting thing is not only in Catholic hospitals … Vede,
mi sembra che l’aspetto interessante sia che non soltanto negli ospedali cattolici,
ma nella nostra stampa laica, perfino tra gente che ritiene che la contraccezione
sia una cosa giusta e non aderisce alle posizioni della Chiesa in materia, perfino
loro sono rimasti molto male per il fatto che il governo federale tenti di costringere
le istituzioni ecclesiastiche a fare qualcosa che è palesemente contrario alla loro
natura. Noi abbiamo detto: questa non è una decisione saggia; questa disposizione
deve essere ripensata. Noi ci stiamo impegnando per far comprendere alle autorità
che questa non è stata una buona mossa, e che è necessario ripensarla.
D. –
Quale tipo di soluzione potrebbe essere accettabile?
R. – There are probably
three major avenues to look at. … Probabilmente, tre sono le possibili strade da
intraprendere. La prima è trattare per far comprendere all’Amministrazione che questa
non è una decisione utile: di questo devono convincersi. La seconda è la via della
legislazione, con una firma finale del presidente; la terza è la via quella di una
causa legale. Sono tutte opzioni aperte. Certo, sarebbe molto meglio trattare per
risolvere la questione. (gf)