Dichiarazione della Sala Stampa a proposito di affermazioni infondate su IOR e AIF
“Una notevole mancanza di serietà”. Così una nota della Sala Stampa Vaticana in merito
ad un articolo pubblicato sull’Unità che getta ombre sulla trasparenza dello I.O.R.
(l’Istituto per le Opere di Religione) e dell’Autorità vaticana di Informazione Finanziaria
(AIF). A tale proposito viene precisato che si tratta di "notizie vecchie" e “affermazioni
infondate”; che c’è stata sempre cooperazione con le Autorità italiane ad ogni livello
e che le stesse hanno definito “tempestiva ed esaustiva” l’azione di controllo su
attività sospette. Un articolo “diffamatorio” che parla di incriminazione del Presidente
dello I.O.R., Gotti Tedeschi, e del Direttore Generale, Paolo Cipriani. Né l’uno né
l’altro – si precisa - sono mai stati incriminati.
Di seguito la Nota
integrale Dichiarazione della Sala Stampa a proposito di affermazioni
infondate su IOR e AIF
L’articolo di Angela Camuso pubblicato su
l’Unità in data odierna, a p. 23, intitolato: “Riciclaggio, quattro preti indagati.
I silenzi del Vaticano sui controlli”, rappresenta, purtroppo, una notevole mancanza
di serietà di indagine da parte dell’Autrice.
Anzitutto vanno fatte
due osservazioni introduttive. 1.Il titolo parla dei silenzi del Vaticano.
Come si chiarirà più avanti, ciò è del tutto infondato: la Santa Sede e le autorità
del Vaticano hanno doverosamente cooperato con la magistratura e le altre autorità
italiane. 2. Le accuse avanzate nell’articolo riprendono critiche ormai
superate. Una ricerca in internet, anche rapida, degli scritti dell’Autrice dell’articolo
dimostra che il suo pezzo odierno in nessun modo fa “notizia”. Si tratta, infatti,
di accuse “riciclate” e che la giornalista, in passato, ha già pubblicato più volte.
Rievocarle nuovamente non serve a renderle vere. Ci si chiede se l’articolo non costituisca
una sorta di pubblicità per una trasmissione televisiva serale.
Per
quanto concerne il contenuto dell’articolo si precisa quanto segue.
L’articolo
presuppone che vi siano quattro sacerdoti – Emilio Messina, Salvatore Palumbo, Orazio
Bonaccorsi ed Evaldo Biasini – che hanno utilizzato l’Istituto per le Opere di Religione
(I.O.R.) per riciclare del denaro. L’accusa principale è che lo I.O.R. è stato coinvolto
in un’attività illegale e non ha dato assistenza alle Autorità italiane che perseguivano
queste persone.
Ciò non è corretto.
Anzitutto, l’articolo
non riferisce che, a partire dagli anni 2006-2007, lo I.O.R. si è impegnato con determinazione
nell’analisi dei conti e nella verifica dei suoi clienti per accertare e riferire
l’eventuale esistenza di transazioni sospette. Questo impegno dello I.O.R. (che la
stampa, curiosamente, sembra ignorare), inteso ad individuare transazioni sospette,
anticipa di alcuni anni la stessa adozione della Legge N. CXXVII contro il riciclaggio,
del 30 dicembre 2010, da parte dello Stato della Città del Vaticano.
Inoltre,
come è noto alle Autorità italiane, e come risulta dalla documentazione accessibile
agli ufficiali sia della Santa Sede, sia della Repubblica Italiana, lo I.O.R. ha cooperato
ripetutamente con le Autorità italiane ad ogni livello. Ciò è avvenuto, su richiesta,
in ambito giudiziario fra Autorità specificamente competenti ed amministrativo da
parte dello I.O.R. con le sue controparti italiane. Vale la pena di sottolineare che
lo I.O.R. ha fornito informazioni, anche al di fuori dei canali formali, nel periodo
precedente la costituzione dell’Autorità vaticana di Informazione Finanziaria (A.I.F.).
La cooperazione del Direttore Generale dello I.O.R., Dott. Paolo Cipriani, è stata
definita “tempestiva ed esaustiva” in documenti di funzionari italiani. Infatti, in
uno dei casi, è stata proprio l’azione rapida del Dott. Cipriani a permettere la messa
sotto accusa di una delle persone indicate.
Dopo aver consultato l’A.I.F.,
si può anche precisare quanto segue: Non è vero che lo I.O.R. non abbia
fornito informazioni all’A.I.F. sulle materie in questione. Non è vero che
l’A.I.F. non abbia inoltrato queste informazione alla U.I.F. (Unità di Informazione
Finanziaria italiana). Quanto a una delle persone menzionate nell’articolo,
Mons. Messina, le Autorità italiane non hanno mai avanzato una richiesta all’A.I.F.
Perciò sarebbe stato evidentemente impossibile per l’AIF “rispondere” alla sua controparte
italiana.
Tutti questi punti, relativi alle comunicazioni fra l’A.I.F.
e la controparte italiana, risultano nei documenti conservati dall’A.I.F. con specifici
numeri di protocollo. L’articolo, inoltre, non riferisce che una delle
persone in esso menzionate – il Reverendo Bonaccorsi – il 6 giugno 2011 è stata dichiarata
innocente, con sentenza confermata in appello.
L’effetto, purtroppo
diffamatorio, dell’articolo risulta dall’utilizzo del termine “incriminato”, in relazione
al Presidente dello I.O.R., Prof. Ettore Gotti Tedeschi, e al Direttore Generale,
Dott. Paolo Cipriani. Né l’uno né l’altro sono mai stati incriminati, ma piuttosto
indagati.