L'idea nasce dal
mercato delle 'polizze vita' di anziani poveri, costretti a vendere la propria assicurazione
per realizzare un guadagno immediato. Qualche banca -come la Deutsche Banke - ha pensato
infatti di creare direttamente dei prodotti finanziari con i quali si scommette sulla
durata della vita di un gruppo di anziani. I cosiddetti 'bond morte' fanno guadagnare
l'investitore se l'anziano muore presto, la banca se vive a lungo. "In finanza
il gusto per la scommessa ci porta a compiere operazioni immorali desiderando la morte
di una persona per vedere aumentare il valore di un nostro titolo" spiega l'economista
Leonardo Becchetti (Tor Vergata). "Ecco perché oggi più che mai c'è bisogno
di porre un freno a una finanza speculativa che crea grandi danni all'economia. Ad
oggi sono circa diecimila i miliardi di euro spesi fin'ora dagli stati e dalle banche
centrali per salvare il sistema. Una somma con cui si sarebbe potuto pagare cinque
volte il debito pubblico italiano". "Lo si può fare creando nuove regole, perché oggi
la politica dipende dall'economia e l'economia dalla finanza" aggiunge Becchetti.
"Serve subito la tassa sulle transazioni finaziarie". "Proteggere la vita significa
porgere un argine invalicabile a queste derive della finanza" - commenta Flavio
Felice, presidente del centro studi Tocqueville-Acton. "Ma se oggi il valore indisponibile
della vita viene depotenziato, e ridotto a una variabile tra le tante, può capitare
che qualche folle, si inventi uno strumento del genere". (di Fabio Colagrande)