Nigeria: per mons. Onaiyekan l'arma per fermare i Boko Haram è il perdono
“La soluzione è a portata di mano, perché il governo si sta dando da fare per affrontare
il problema dei Boko Haram”. Così all’Agenzia Fides mons. John Olorunfemi Onaiyekan,
arcivescovo di Abuja, capitale federale della Nigeria, dove nel nord continuano gli
attacchi della setta islamica Boko Haram. Nei giorni scorsi sono stati segnalati attacchi
nelle città di Kano e di Maiduguri. “La situazione è diventata talmente imbarazzante
per le autorità che non possono non agire in maniera decisa”. Inoltre – aggiunge -
“vi è un altro aspetto positivo: la leadership musulmana in Nigeria ha condannato
in maniera chiara e forte questo gruppo. Credo che i leader islamici faranno in modo
di rintracciare i membri di Boko Haram, segnalando alle autorità gli imam che predicano
l’odio contro i cristiani e verso tutto e tutti. Siamo d’accordo che il terrorismo
non è amico di nessuno”. Il 1° febbraio si sono svolti i funerali delle vittime dell’attentato
alla chiesa di Santa Teresa, a Madalla (un sobborgo di Abuja) avvenuto a Natale. “In
Nigeria - spiega l’arcivescovo - vi è l’usanza, che a me personalmente non piace,
di ritardare i funerali a volte anche di 2-3 mesi durante i quali i corpi vengono
conservati nei frigorifero. Abbiamo vissuto momenti di forte commozione quando sono
state scavate le 21 tombe, perché alcuni dei morti sono stati sepolti nei villaggi
di origine” racconta mons. Onaiyekan. “Erano presenti il nunzio, i rappresentanti
del governo e diversi leader musulmani, alcuni dei quali sono entrati in chiesa, altri,
secondo le loro usanze, hanno aspettato fuori”. Per mons. Onaiyekan “si è trattato
di un momento per sottolineare l’importanza della virtù del perdono cristiano. Malgrado
la commozione, forse la rabbia comprensibile, da cristiani non abbiamo altra scelta
dell’atteggiamento del perdono, seguendo l’esempio e le parole di Gesù. È quanto ho
sottolineato nella mia omelia nella quale ho invitato anche a pregare per la conversione
degli attentatori, gente che si lascia dominare dallo spirito del male, perché lanciare
bombe contro bambini innocenti è di certo opera del diavolo. Abbiamo inoltre pregato
per le famiglie che sono nel dolore. Mi ha colpito il dramma di una povera donna che
nell’attentato ha perso il marito e i tre figli ed è rimasta sola. La nostra preoccupazione
– conclude - è per queste situazioni e per i feriti che sono ancora negli ospedali,
alcuni dei quali sono rimasti mutilati” conclude l’arcivescovo. (E. B.)