Filippine: aumenta il numero di vittime per il terremoto di lunedì
Rischia di aumentare ad una cinquantina di vittime il bilancio del terremoto di magnitudo
6,9 gradi che lo scorso 6 febbraio ha colpito le isole di Negros e Cebu, nelle Filippine
Centrali. Le autorità locali non hanno ancora fornito un resoconto ufficiale, tuttavia,
testimoni riferiscono che la scossa ha distrutto decine di città e villaggi, dove
centinaia di persone sono rimaste sepolte sotto le macerie. Alvin Futalan, responsabile
della polizia di Guihulngan (100mila abitanti), spiega che nella città sono crollati
centinaia di edifici e che si scava a mani nude alla ricerca di sopravvissuti. Anche
l’esercito è impegnato nelle attività di soccorso. Il National Disaster Risk Reduction
Management Council (Ndrrmc) ha registrato oltre 700 scosse di assestamento, che, a
due giorni dal sisma, stanno provocando frane e smottamenti bloccando le squadre di
soccorso e l’arrivo degli aiuti umanitari. Suor Mapet portavoce della Caritas filippina
(National Secretariat of Social Action, Nassa), ha affermato che “per aiutare i superstiti,
le parrocchie delle diocesi terremotate di Dumaguete e San Carlos (Isola di Negros,
Filippine centrali) stanno dando fondo alle scorte, che si stanno esaurendo”. La religiosa,
inoltre, ha ribadito che la situazione è drammatica. Il terremoto ha reso le strade
impraticabili, cinque ponti sono crollati e su altri cinque si passa solo con mezzi
leggeri o a piedi. “Le parrocchie – aggiunge - hanno aperto chiese, cappelle e scuole
per ospitare le centinaia di famiglie sfollate e organizzato raccolte di cibo, coperte
e vestiti”. Al momento – conclude Suor Mapet – si attendono di ora in ora “gli
aiuti chiesti alla Caritas internazionale e al governo”. (E. B.)