“Non era persona per
gli incontri di massa. Me la ricordo quando riuscii a portarla a Roma. Parlava di
questioni molto complesse e per nulla confortanti. Eppure il pubblico si sentiva riconciliato.
Questo spiega la sua fama". Jaroslaw Mikolajewski, direttore dell'Istituto polacco
di Roma (che dedica un omaggio alla poetessa Nobel per la letteratura, scomparsa a
Cracovia all'età di 88 anni) ci racconta quando nel 2009, invitati all’università
di Bologna nell’aula magna, c'erano ben 2500 persone. "Raramente la poesia riesce
a mobilitare tanta gente. La Szymborska non ha mai sfiorato la banalità. Ha sempre
affrontato le cose con freschezza restituendole in una maniera comprensibile. La sua
poesia, tuttavia, non è alla portata di tutti. Mi ricordo - parla ancora Mikolajewski
- quando insieme nel 2007 entrammo nel duomo di Siena e lei fu colta da uno stupore
estremo, si mise a ballare e disse: 'questo non si merita la fine del mondo'". Renato
Gabriele, autore del saggio Una scintilla nel vento (nella raccolta
"Sette saggi di poesia polacca") dedicato a Wislawa Szymborska, ci offre
un ulteriore ricordo della poetessa polacca sottolineandone, nella dimensione quotidiana
e ironica del suo stile, anche le tappe dolorose verso la sua riconosciuta semplificazione
espressiva. (di Antonella Palermo)