Il vicepremier irlandese Gilmore: i rapporti con la Santa Sede restano "molto forti"
Il ruolo della Repubblica d’Irlanda – che per il 2012 avrà la leadership dell’Osce,
l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea – e i rapporti diplomatici
di Dublino con la Santa Sede, dopo la chiusura nei mesi scorsi della sede dell’ambasciata
irlandese presso il Vaticano. Sono i temi che il vicepremier irlandese, Eamon Gilmor,
presidente di turno dell’Osce, affronta in questa intervista esclusiva alla Radio
Vaticana, realizzata da Enzo Farinella:
R. – Well,
our first priority is to use... La nostra priorità è quella di utilizzare la presidenza
per contribuire in maniera tangibile alla promozione della pace e della sicurezza
europea e lo faremo condividendo la nostra esperienza di più di un decennio di pace
duratura nel Nord Irlanda. La nostra seconda priorità è quella di promuovere la libertà
in Internet nel 2012. Siamo molto preoccupati che diritti fondamentali come la libertà
d’espressione e la libertà dei mezzi di comunicazione continui a essere minacciata
in varie zone dell’Osce. Terzo, vogliamo dare priorità al buon governo, e in quel
contesto evidenzieremo il lavoro del Criminal Assets Bureau (Commissione interna che
collega polizia, fisco e dogana) che abbiamo in Irlanda e che si occupa di questioni
come quelle del riciclaggio di denaro, delle strategie antiterrorismo e così via.
D.
– In varie parti del mondo – come Nigeria, Egitto e altri Paesi – le minoranze cristiane
sono perseguitate. Cosa può fare l’Osce per raggiungere o consolidare la libertà religiosa
nel mondo?
R. – La promozione e la difesa della libertà religiosa è davvero
una priorità per l’Osce ed è una precisa priorità dell’Irlanda, in quanto presidente
dell’Osce. Proporremo di affrontare la questione della libertà di religione e di credo,
che rientra nella dimensione umana, tra gli eventi trattati dall’Osce nel 2012. Intendiamo
esaminare strategie di governo per proteggere e promuovere il diritto fondamentale
della libertà di credo religioso. Appoggeremo anche il continuo lavoro nel prevenire
e rispondere all’intolleranza e alla discriminazione a sfondo religioso. Per questa
ragione, ho nominato tre rappresentanti personali per trattare la questione della
libertà religiosa e affrontare la discriminazione su base religiosa. Una dei rappresentanti
personali è il giudice Catherine McGuinness, benemerito membro della Corte suprema
irlandese, che ha alle spalle una grande carriera nella lotta alla discriminazione
e avrà la precisa responsabilità di occuparsi dell’intolleranza e della discriminazione
contro i cristiani.
D. – Come lei sa, ci sono stati ampi dibattiti riguardo
alla chiusura dell’ambasciata irlandese della Santa Sede. Cosa ci può dire al riguardo?
Possiamo sperare presto in una nuova apertura?
R. – Well as you know Ireland... Come
lei sa, l’Irlanda sta attraversando un periodo economico molto difficile al momento
e la conseguenza di tutto questo è la riduzione della quantità di denaro utilizzabile
da tutti i dipartimenti del governo, inclusi gli Affari esteri, e anche una significativa
riduzione nel numero dello staff a nostra disposizione. Abbiamo un gruppo diplomatico
davvero molto esiguo, distribuito in tutto il mondo. Abbiamo condotto un esame sulle
nostre missioni diplomatiche e sulle nostre missioni all’estero e abbiamo deciso,
purtroppo, in quel frangente di doverne chiudere tre. Una di queste è l’ambasciata
della Santa Sede. Voglio evidenziare naturalmente che le nostre relazioni diplomatiche
con la Santa Sede rimangono molto forti. Abbiamo nominato il segretario generale del
nostro dipartimento, il più alto in grado, come ambasciatore irlandese della Santa
Sede e ricoprirà questa sua funzione da Dublino. Spero che, nel corso del tempo, nel
momento in cui la nostra situazione finanziaria ed economica migliorerà, si possa
rivisitare l’intera questione sull’ubicazione delle nostre missioni, inclusa quella
della Santa Sede.(ap)