Giovani e web in sicurezza: l'Europa celebra il "Safer Internet Day"
“Connettere le generazioni, educandosi a vicenda”. Questo il titolo della Giornata
europea dedicata alla sicurezza in rete dei ragazzi, il Safer Internet Day 2012. L’appuntamento,
istituito dalla Commissione europea e celebrato ogni anno, punta a promuovere l'uso
sicuro e responsabile delle tecnologie on line e della telefonia mobile, specialmente
tra i bambini e i giovani di tutto il mondo. Gli organizzatori, sul sito, incoraggiano
gli utenti giovani e meno giovani a "scoprire il mondo digitale insieme, in sicurezza".
Nei giorni scorsi, il centro di ricerca "OssCom" dell’Università Cattolica di Milano
ha reso nota un’indagine secondo la quale, “nei rapporti con Internet e gli smartphone
- spiegano i ricercatori - possiamo riconoscere una superiorità di competenze tecnologiche
proprie dei figli”, ma allo stesso tempo “una loro ridotta consapevolezza critica
che li espone a rischi”. In Italia, Save the Children e Adiconsum costituiscono il
polo di riferimento nazionale per la Commissione europea, nell’ambito del "Safer Internet
Programme". Proprio le due organizzazioni hanno promosso per oggi a Roma la conferenza
"L’agenda strategica del comitato Giovani on line" per i diritti dei minori sul web,
insieme alla presidenza della Camera dei Deputati. A Valerio Neri, direttore
generale di Save the Children Italia, Giada Aquilino ha chiesto quali siano
i maggiori rischi per i minori che arrivano da Internet:
R. - Sono tanti.
Forse il pericolo più grave è quello di essere avvicinati da persone adulte che -
magari in una prima fase - si fingono loro pari nei social network, per acquisire
dai ragazzi quelle informazioni necessarie per adescarli sempre più profondamente,
fino ad avere un contatto fisico reale. E da lì possono nascere tante situazioni gravissime.
Ricordo che, meno di un mese fa, abbiamo avuto due casi di cronaca: due ragazzine
di 12 e 13 anni sono state avvicinate da persone, evidentemente interessate a ben
altro, e sono state poi rapite sostanzialmente da casa da quelle stesse persone che
- a questo punto - definirei “pedofili”. Questo è il rischio numero uno. Rischio,
tra l’altro, reso ancora più grave dal fatto che fino al 17% dei ragazzi intervistati
sostiene - in ricerche condotte per due o tre anni di seguito e che ogni volta hanno
portato gli stessi risultati - di avere facilità dopo aver "chattato" in questi social
network a uscire dalla virtualità per avere incontri, arrivando addirittura a rapporti
intimi, con le persone conosciute in rete. Di qui, il rischio per i ragazzi che sono
in una fase adolescenziale, e che quindi hanno tutte le tipiche avventatezze di quell’età,
è molto, molto alto.
D. - La Giornata 2012 dedica l’attenzione al rapporto
tra generazioni. Secondo la ricerca di Save the Children, il 63% dei genitori suggerisce
ai figli come comportarsi on line, ma il 39% dei ragazzi dichiara di ignorare “talvolta”
i consigli dei genitori e addirittura l’8% di ignorarli “completamente”. Cosa indicano
questi dati?
R. - Indicano una cosa bella e una cosa brutta. L’aspetto positivo
è che la maggior parte dei genitori sembra essere consapevole del fatto che ci sono
dei rischi e vuole stare vicino ai propri figli per aiutarli ad avere un rapporto
cosciente con questi mezzi di tecnologia avanzata, molto utili e anche molto apprezzati
dai ragazzi. L’aspetto negativo è ovviamente che i ragazzi, essendo in gran parte
adolescenti, pensano che i consigli che provengono dai genitori sono sempre “noiosissime
chiacchiere”. L’unico consiglio che i ragazzi ascoltano con grande attenzione è quello
dei pari, degli altri loro amici. Questo, ovviamente, li espone a un rischio. Però,
Save the Children ritiene sia fondamentale il rapporto con i genitori. È fondamentale
che i genitori riescano a parlare di questi aspetti con i ragazzi, nei limiti delle
loro capacità, perché poi l’altro grande problema è che spesso i ragazzi ne sanno
cento volte di più dei genitori su questi argomenti riguardo l’uso delle tecnologie.
Dall’altra parte, il genitore deve essere genitore. Quindi quello che conta è il rapporto
di educazione, di amore, di affetto ma anche però di autorevolezza che il genitore
deve continuare ad avere sempre con i figli.
D. – Allora: promuovere i diritti
on line dei minori cosa significa nel 2012?
R. - Significa che se ne deve occupare
la società nel suo insieme. Ad esempio le istituzioni, il governo, la parte legislativa
del Paese cosa devono fare? Devono, per esempio, ratificare una Convenzione fondamentale,
detta di Lanzarote, che per quanto ci riguarda renderebbe reato l’adescamento via
Internet, ancora non ritenuto tale in Italia. Ed è gravissimo, perché sappiamo dai
casi di cronaca che l’adescamento di adulti pedofili verso ragazzi via Internet e
su tutti i social network è ormai pratica costante. Questa pratica va immediatamente
resa reato in Italia. Inoltre, le aziende oggi producono server, computer, telefonini,
servizi di alto valore aggiunto tecnologico. Benissimo: per favore facciano però molto
di più per comunicare ai loro clienti i rischi per i più giovani circa l’uso delle
loro stesse tecnologie. Le aziende hanno fatto qualcosa durante questi anni, ma possono
fare tanto di più. E la parte legislativa deve anche aiutare la polizia postale -
con più uomini e mezzi - a contrastare chi usa Internet in maniera lesiva per i ragazzi.
Tutta la nostra società, compreso Save the Children, deve quindi alzare sempre di
più l’attenzione verso questo mondo, che tanto affascina i giovani, come è giusto
che sia, quanto però li espone a dei pericoli sempre maggiori. (bi)