2012-02-07 08:15:15

Dopo il no ad una risoluzione Onu sulla Siria, Mosca invia il ministro degli Esteri in missione diplomatica a Damasco


Dopo il veto posto insieme alla Cina alla Risoluzione del Consiglio di sicurezza che condannava fortemente la repressione in Siria, la Russia ha inviato il suo ministro degli Esteri a Damasco: dovrebbe consegnare oggi un messaggio del Cremlino al presidente Assad. Del ruolo di Mosca nella crisi siriana Fausta Speranza ha parlato con Maurizio Simoncelli dell’Istituto di ricerche Archivio Disarmo: RealAudioMP3
R. – Mosca è l’alleato storico della Siria insieme all’Iran. Prima l’Unione Sovietica e oggi la Russia. Gli arsenali militari siriani sono tutte armi di produzione russa. C’è un legame storico, quindi, e la Russia rivendica una sua leadership nelle trattative per arrivare a un’intesa con l’attuale governo di Damasco: insomma la Russia cerca un suo ruolo sulla scena internazionale. Lo possiamo vedere anche in una prospettiva di politica interna di Mosca, in un momento in cui Putin è sottoposto ad una aperta contestazione, cosa che negli anni passati c’è stata ma in forma decisamente più ridotta e – direi – anche decisamente più repressa. Attualmente, invece, Putin si sta trovando di fronte a manifestazioni di piazza significative per quello che è il quadro russo. Quindi è evidentemente comprensibile tutto questo.

D. – Che dire del ruolo della Cina?

R. – La Cina cerca di giocare un ruolo a livello internazionale ovunque sia possibile avere poi anche dei rapporti commerciali interessanti. Non dimentichiamo che la Siria è un produttore, seppur piccolo rispetto ad altri giganti del territorio, di petrolio: produce qualcosa come 500 barili di petrolio al giorno, di cui la metà è destinata al mercato interno ma l’altra metà è destinata all’esportazione e rappresenta una delle principali voci della sua economia. E’ un soggetto interessante dal punto di vista economico anche per la Cina, anche per Pechino. Tra l’altro la Siria – e questo non va dimenticato – a suo tempo ha tentato di realizzarsi anche un’arma nucleare: era soltanto pochi anni fa, nel 2007. Ci fu addirittura un attacco israeliano sul sito di al Kibar, dove risultava che stessero tentando di avviare la produzione dei materiali e delle attrezzature fondamentali per poi arrivare ad una vera e propria bomba atomica.

D. – Il ministro degli Esteri russo ha definito “indecente ed isterica” la reazione dell’Occidente dopo il veto di Mosca e Pechino in Consiglio di Sicurezza dell’Onu alla Risoluzione che condannava la repressione in Siria…
R. – Al di là dei termini, che ovviamente sono rivolti ad un pubblico interno ed esterno e fanno parte – come dire – del “teatrino della politica”, certamente l’Occidente e gli Stati Uniti in particolare da tempo stanno premendo per una soluzione diplomatica. Ma direi che non è soltanto l’Occidente: dobbiamo ricordare che la Lega Araba è da un anno che sta cercando di operare pressioni nei confronti di Assad… Mi sembra che i risultati siano stati praticamente nulli. Ci sono state anche le minacce statunitensi di bloccare addirittura le forniture di armi nei confronti della Siria, che vorrebbe dire andare a bloccare i commerci tra Mosca e Damasco e dunque certamente andare a creare ostacoli ad un gigante della politica internazionale. Alla luce di tutto questo la risposta russa è più comprensibile… (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.