2012-02-06 13:16:59

Oltre 50 morti in Siria: l'esercito bombarda Homs. Obama: sì a sanzioni, no all'intervento militare


Oltre 50 persone sono state uccise stamani in Siria. Di queste 39 a Homs, teatro dalle prime ore dell'alba di un violento nuovo bombardamento dell'artiglieria governativa. Il regime siriano parla di terroristi armati. Il segretario generale delle Lega araba, Nabil el Araby, condanna i bombardamenti affermando che una escalation militare “potrebbe generare una guerra civile”. Gli Usa hanno chiuso l'ambasciata a Damasco: il presidente Obama ha sottolineato che è molto importante che la crisi della Siria sia risolta senza un intervento militare esterno, indicando come strada maestra quella delle sanzioni. L'Unione Europea chiede ancora una volta al presidente Assad di fermare l'uccisione di civili e annuncia nuove sanzioni. Intanto fa discutere il no di Russia e Cina alla risoluzione Onu che condannava la repressione. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha definito “indecente e isterica” la reazione di critiche dell’Occidente. E fa sapere che oggi è a Damasco per incoraggiare “riforme democratiche indispensabili”. Del ruolo della Russia nella crisi siriana Fausta Speranza ha parlato con Maurizio Simoncelli, dell’Istituto di ricerche Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. – Mosca è l’alleato storico della Siria insieme all’Iran. Prima l’Unione Sovietica e oggi la Russia. Gli arsenali militari siriani sono tutte armi di produzione russa. C’è un legame storico, quindi, e la Russia rivendica una sua leadership nelle trattative per arrivare a un’intesa con l’attuale governo di Damasco: insomma la Russia cerca un suo ruolo sulla scena internazionale. Lo possiamo vedere anche in una prospettiva di politica interna di Mosca, in un momento in cui Putin è sottoposto ad una aperta contestazione, cosa che negli anni passati c’è stata ma in forma decisamente più ridotta e – direi – anche decisamente più repressa. Attualmente, invece, Putin si sta trovando di fronte a manifestazioni di piazza significative per quello che è il quadro russo. Quindi è evidentemente comprensibile tutto questo.

D. – Che dire del ruolo della Cina?

R. – La Cina cerca di giocare un ruolo a livello internazionale ovunque sia possibile avere poi anche dei rapporti commerciali interessanti. Non dimentichiamo che la Siria è un produttore, seppur piccolo rispetto ad altri giganti del territorio, di petrolio: produce qualcosa come 500 barili di petrolio al giorno, di cui la metà è destinata al mercato interno ma l’altra metà è destinata all’esportazione e rappresenta una delle principali voci della sua economia. E’ un soggetto interessante dal punto di vista economico anche per la Cina, anche per Pechino. Tra l’altro la Siria – e questo non va dimenticato – a suo tempo ha tentato di realizzarsi anche un’arma nucleare: era soltanto pochi anni fa, nel 2007. Ci fu addirittura un attacco israeliano sul sito di al Kibar, dove risultava che stessero tentando di avviare la produzione dei materiali e delle attrezzature fondamentali per poi arrivare ad una vera e propria bomba atomica.

D. – Il ministro degli Esteri russo ha definito “indecente ed isterica” la reazione dell’Occidente dopo il veto di Mosca e Pechino in Consiglio di Sicurezza dell’Onu alla Risoluzione che condannava la repressione in Siria…

R. – Al di là dei termini, che ovviamente sono rivolti ad un pubblico interno ed esterno e fanno parte – come dire – del “teatrino della politica”, certamente l’Occidente e gli Stati Uniti in particolare da tempo stanno premendo per una soluzione diplomatica. Ma direi che non è soltanto l’Occidente: dobbiamo ricordare che la Lega Araba è da un anno che sta cercando di operare pressioni nei confronti di Assad… Mi sembra che i risultati siano stati praticamente nulli. Ci sono state anche le minacce statunitensi di bloccare addirittura le forniture di armi nei confronti della Siria, che vorrebbe dire andare a bloccare i commerci tra Mosca e Damasco e dunque certamente andare a creare ostacoli ad un gigante della politica internazionale. Alla luce di tutto questo la risposta russa è più comprensibile… (mg)







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