Elisabetta II celebra i 60 anni di regno: intervista con l'ambasciatore britannico
presso la Santa Sede
Oggi il Regno Unito celebra i 60 anni della salita al trono della regina Elisabetta
II. In una dichiarazione diffusa da Buckingham Palace, l'85enne sovrana si è detta
commossa per i tanti i messaggi augurali ricevuti, rinnovando il suo impegno al servizio
del popolo. Le celebrazioni ufficiali del Giubileo di diamante della regina si terranno
dal 2 al 5 giugno. Sull’odierno anniversario, Philippa Hitchen ha intervistato
Nigel Marcus Baker, ambasciatore della Gran Bretagna presso la Santa Sede:
R.
– It’s a solemn start... E’ un inizio solenne, anche perché l’ascesa al trono di
un monarca significa nella maggior parte dei casi la morte del predecessore. Quindi,
è un inizio solenne di un anno di grandi celebrazioni. E’ davvero raro che un monarca
celebri 60 anni di trono. Solo la Regina Vittoria, fra tutti i monarchi britannici,
aveva raggiunto questo traguardo. Quindi, sarà un grande anno. Oggi c’è tanta depressione
in Europa, ma penso che noi avremo una ragione per un po’ di sole in questo periodo.
D. - Se guardiamo indietro, a quel 6 febbraio, la giovane principessa Elisabetta
non era in Inghilterra, dove era morto suo padre, re Giorgio VI, ma era in Kenya...
R.
– That’s right, she had just begun… Esatto, aveva appena cominciato un grande viaggio
internazionale, su richiesta del re, che era molto desideroso che l’impero conoscesse
il futuro monarca e che la principessa Elisabetta conoscesse e capisse il Paese di
cui un giorno sarebbe diventata il capo di Stato. Ma a pochi giorni dall’inizio di
quel tour, ricevette la notizia in Kenya che suo padre era morto. Può immaginare lo
shock di non essere lì nelle ultime ore di vita del padre e per il fatto che lui fosse
ancora giovane. Quindi, naturalmente, rientrò subito e tornò nel Paese come regina,
dove incontrò Winston Churchill, in nero e in lutto: un ritorno davvero diverso dalla
sua partenza.
D. – La Regina Vittoria è stata dunque l’unico altro monarca
a celebrare i 60 anni di trono. Ci saranno inevitabilmente molti confronti tra questi
due regni. Lei pensa che questo sia giustificato, pensa che sia un giusto confronto?
R.
– I think it’s a fair comparison… Penso che sia un giusto confronto per la longevità
del regno. Entrambi i regni hanno assistito a cambiamenti davvero straordinari in
Gran Bretagna e nel mondo. La Regina Vittoria salì al trono poco dopo le guerre napoleoniche
e morì all’inizio del XX secolo, in un Paese trasformato dalla rivoluzione industriale,
da grandi ondate di globalizzazione. La regina Elisabetta II è ascesa al trono quando
l’impero britannico era ancora in gran parte intatto: allora era regina di sette Paesi.
Ora è regina di 15 Paesi, a causa dei vari processi di indipendenza che hanno portato
i Paesi a diventare indipendenti dall’Impero britannico, ma mantenendo la regina come
capo di Stato. Quindi, l’impero è cambiato all’interno del Commonwealth. La Gran Bretagna
è cambiata enormemente. Nel 1952 chi avrebbe pensato che la Cina sarebbe stata la
prima economia del mondo? Quindi, penso che da questo punto di vista il confronto
sia giusto. L’altro punto, per entrambe, è il senso del dovere e del servizio che
hanno portato nel loro ruolo. Nessuna delle due ha avuto una posizione di potere -
sono monarchie costituzionali – ma hanno avuto un grande senso dell’importanza dell’istituzione
e della stabilità che l’istituzione della monarchia può portare in un sistema democratico.
Questa completa dedizione e servizio al Paese, alla gente che hanno servito, penso
sia un vero punto positivo di confronto tra le due grandi regine. (ap)