Russia: opposizioni in piazza per l'apertura della campagna elettorale
Al via oggi in Russia la campagna elettorale per le presidenziali di marzo. Le opposizioni
hanno organizzato 4 distinte manifestazioni di piazza: oltre alla società civile ci
saranno i liberali, la sinistra e i nazionalisti. Si attendono decine di migliaia
di persone. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Fulvio Scaglione vicedirettore
di Famiglia Cristiana ed esperto di questioni russe:
R. – Da un
lato c’è la contestazione politica ad un regime che alle contestazioni politiche è
molto poco abituato e dall’altro c’è una forma di autocoscienza - direi quasi virale,
per mutuare i termini di Internet – e cioè più la gente manifesta, più si convince
di poter manifestare e questo, in un Paese dove l’opinione pubblica non ha mai avuto
una voce decisiva, è molto importante.
D. – Tutti chiedono elezioni
oneste: quanto è alto il rischio di brogli alla tornata elettorale?
R
– Io credo che il rischio di brogli sia questa volta più alto che mai, perché una
certa percentuale di irregolarità c’è sempre stata, anche in epoche precedenti a quella
di Putin: il sistema è troppo dipendente dal potere centrale per essere completamente
– diciamo così – pulito. Questa volta, però, Putin ha assoluta necessità non solo
di vincere – che credo sarà abbastanza scontato che avverrà – ma di vincere in maniera
larga, in maniera almeno numericamente convincente. Quindi è possibile che qualcosa
succeda.
D. – Tra le varie anime dell’opposizione ci sono anche i nazionalisti
che hanno un passato un po’ chiacchierato...
R. – Sì, questo è il forte
problema del fronte di protesta che si oppone a Putin e al Cremlino: di essere così
variegato da risultare indecifrabile ai limiti, poi, dell’inefficacia, perché certamente
nelle manifestazioni di piazza si vedono sfilare i libertari e i nostalgici comunisti;
si vedono i nazionalisti alle soglie del neofascismo; si vedono, invece, gli ecologisti.
C’è questo miscuglio che impedisce che questa massa si compatti e quindi rende più
difficile che le proteste approdino a qualche concreto risultato politico.
D.
– Cosa ci possiamo aspettare durante questa campagna elettorale?
R.
– Credo che ci possiamo tranquillamente aspettare qualche colpo basso e molte proteste,
molte più proteste. Bisogna, secondo me, anche vedere il bicchiere mezzo pieno di
questa cosa: c’è tutta una generazione di russi, che sono quelli che sostanzialmente
non hanno conosciuto l’Unione Sovietica oppure l’hanno conosciuta senza saperlo, perché
erano molto piccoli, che si sta esprimendo in maniera diversa rispetto ai loro genitori.
Questi ragazzi vivono in una Russia più stabile, in una Russia che certamente non
ha più gli sconvolgimenti dell’era Gorbaciov o dell’era di Eltsin e quindi possono
permettersi una prospettiva più alta, più ampia e quindi possono anche guardare al
loro futuro, chiedendo delle modifiche oggi.
D. – Quindi bisognerà
capire che peso avranno in questa tornata...
R. – Bisogna vedere se
andranno a votare, per esempio, o se preferiranno esprimere il loro dissenso con il
non voto. Vorrei ricordare che i russi hanno questa curiosa possibilità che noi non
abbiamo: sulla scheda c’è una voce particolare che si chiama “contro tutti” e quindi
possono votare, ma votare contro tutti. Ci sono tante varianti… Io credo che comunque
ciò che sta succedendo – le proteste, le manifestazioni, etc – non potrà essere ignorato
da Putin, che tornerà al Cremlino, ma tornerà al Cremlino con qualche preoccupazione
in più. (mg)