2012-02-04 14:24:49

Russia: opposizioni in piazza per l'apertura della campagna elettorale


Al via oggi in Russia la campagna elettorale per le presidenziali di marzo. Le opposizioni hanno organizzato 4 distinte manifestazioni di piazza: oltre alla società civile ci saranno i liberali, la sinistra e i nazionalisti. Si attendono decine di migliaia di persone. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Fulvio Scaglione vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto di questioni russe:RealAudioMP3

R. – Da un lato c’è la contestazione politica ad un regime che alle contestazioni politiche è molto poco abituato e dall’altro c’è una forma di autocoscienza - direi quasi virale, per mutuare i termini di Internet – e cioè più la gente manifesta, più si convince di poter manifestare e questo, in un Paese dove l’opinione pubblica non ha mai avuto una voce decisiva, è molto importante.

D. – Tutti chiedono elezioni oneste: quanto è alto il rischio di brogli alla tornata elettorale?

R – Io credo che il rischio di brogli sia questa volta più alto che mai, perché una certa percentuale di irregolarità c’è sempre stata, anche in epoche precedenti a quella di Putin: il sistema è troppo dipendente dal potere centrale per essere completamente – diciamo così – pulito. Questa volta, però, Putin ha assoluta necessità non solo di vincere – che credo sarà abbastanza scontato che avverrà – ma di vincere in maniera larga, in maniera almeno numericamente convincente. Quindi è possibile che qualcosa succeda.

D. – Tra le varie anime dell’opposizione ci sono anche i nazionalisti che hanno un passato un po’ chiacchierato...

R. – Sì, questo è il forte problema del fronte di protesta che si oppone a Putin e al Cremlino: di essere così variegato da risultare indecifrabile ai limiti, poi, dell’inefficacia, perché certamente nelle manifestazioni di piazza si vedono sfilare i libertari e i nostalgici comunisti; si vedono i nazionalisti alle soglie del neofascismo; si vedono, invece, gli ecologisti. C’è questo miscuglio che impedisce che questa massa si compatti e quindi rende più difficile che le proteste approdino a qualche concreto risultato politico.

D. – Cosa ci possiamo aspettare durante questa campagna elettorale?

R. – Credo che ci possiamo tranquillamente aspettare qualche colpo basso e molte proteste, molte più proteste. Bisogna, secondo me, anche vedere il bicchiere mezzo pieno di questa cosa: c’è tutta una generazione di russi, che sono quelli che sostanzialmente non hanno conosciuto l’Unione Sovietica oppure l’hanno conosciuta senza saperlo, perché erano molto piccoli, che si sta esprimendo in maniera diversa rispetto ai loro genitori. Questi ragazzi vivono in una Russia più stabile, in una Russia che certamente non ha più gli sconvolgimenti dell’era Gorbaciov o dell’era di Eltsin e quindi possono permettersi una prospettiva più alta, più ampia e quindi possono anche guardare al loro futuro, chiedendo delle modifiche oggi.

D. – Quindi bisognerà capire che peso avranno in questa tornata...

R. – Bisogna vedere se andranno a votare, per esempio, o se preferiranno esprimere il loro dissenso con il non voto. Vorrei ricordare che i russi hanno questa curiosa possibilità che noi non abbiamo: sulla scheda c’è una voce particolare che si chiama “contro tutti” e quindi possono votare, ma votare contro tutti. Ci sono tante varianti… Io credo che comunque ciò che sta succedendo – le proteste, le manifestazioni, etc – non potrà essere ignorato da Putin, che tornerà al Cremlino, ma tornerà al Cremlino con qualche preoccupazione in più. (mg)







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