Nel mondo i morti per malaria sono 1,2 milioni: il doppio di quelli stimati dall’Oms
Una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica britannica Lancet sostiene che le
morti per malaria sono il doppio di quelle dichiarate dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità. Secondo lo studio, nel 2010 le vittime della malattia sono state circa
1,24 milioni, il 47% in più della stima ufficiale dell’Oms, di 655mila morti. La ricerca
- riferisce l'agenzia AsiaNews - è stata condotta dall’Institute for Health Metrics
della University of Washington (Seattle) e finanziata dalla Bill and Melissa Gates
Foundation, organizzazione beneficata creata nel 1994 dal fondatore di Microsoft.
I ricercatori hanno calcolato le nuove stime ricostruendo con modelli statistici l’andamento
della malattia fra il 1980 e il 2010. I dati parlano di 995mila morti nel 1980 e di
un picco di 1,82 milioni di decessi nel 2004, dovuto all’aumento della popolazione
in aree del pianeta in cui è più diffusa la malattia. Negli ultimi anni si è registrato
invece un calo delle morti causato - secondo lo studio - dal rinnovato impegno di
organizzazioni internazionali e umanitarie nel prevenire e debellare la malattia,
soprattutto nel continente africano, in America del sud e in parte dell’Asia. La malaria
è causata da parassiti, i protozoi appartenenti al genere plasmodium, che causano
febbre alta con diversi tipi di complicazioni che possono portare alla morte. La principale
via di contagio è la zanzara anofele, molto diffusa nelle aree paludose. Per le sue
particolari caratteristiche la malattia è molto difficile da curare e a tutt’oggi
non esistono vaccini, ma solo delle profilassi mediche. Le tecniche di prevenzione
sono indirizzate a ridurre le popolazioni di insetti nelle aree molto abitate. I soggetti
più a rischio sono i bambini di età inferiore ai 5 anni, ma la ricerca ha portato
alla luce anche inquietanti dati sul numero delle morti nella popolazione di età adulta
in aree in cui è presente la malaria. Secondo la medicina tradizionale le persone
sopravissute da bambini al contagio hanno scarsa probabilità di contrarre la malattia
da adulti. Tuttavia, i ricercatori dell’Università di Seattle hanno calcolato nel
solo continente africano circa 433mila vittime rispetto alle stime dell’Oms del 2010.
In Asia, i Paesi che hanno parzialmente debellato la malattia sono Cina, Giappone,
Filippine e Sri Lanka. A tutt’oggi la maggioranza dei decessi nel continente si registra
in India, Bangladesh, Indonesia, Pakistan, Afghanistan e penisola indocinese. (R.P.)