2012-02-04 16:27:42

Milano, asili aperti ai figli degli immigrati irregolari. Caritas ambrosiana: decisione dettata da solidarietà e buon senso


A Milano possono essere iscritti ai servizi all’infanzia, dai nidi alle materne, i bambini presenti abitualmente nel Comune lombardo e privi di una residenza anagrafica, indipendentemente quindi dalla regolarità o meno del permesso di soggiorno dei genitori. Quale giudizio dare a questo provvedimento preso dalla giunta Pisapia? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a don Roberto D’Avanzo, direttore della Caritas ambrosiana:RealAudioMP3

R. – Sappiamo bene come anche le persone non regolarmente presenti sul territorio nazionale, ad esempio, possano tranquillamente rivolgersi ai servizi di pronto soccorso per emergenze. Credo che la possibilità di accogliere nelle strutture per l’infanzia anche i bambini figli di genitori irregolari possa essere letta nella stessa direzione: una misura di tipo umanitario, di tipo emergenziale, per non far ricadere sui bambini eventuali responsabilità dei genitori. Oltretutto, dobbiamo anche essere consapevoli che il mondo dell’immigrazione clandestina, in realtà, è molto variegato ed articolato. Noi, a volte, abbiamo abbinato l’idea dell’immigrato irregolarmente presente sul nostro territorio, all’idea di un delinquente. A volte bisogna ricordarlo: un immigrato che è presente sul nostro territorio in modo regolare, perde il lavoro, gli scade il permesso di soggiorno e, se nel frattempo non trova lavoro – come, ahimè, non lo trovano molti italiani - allora non può vedersi rinnovato quel permesso di soggiorno che, magari, aveva già ottenuto da anni e aveva onorato con una presenza rispettosa delle leggi. La complessità, la macchinosità dei nostri meccanismi di rinnovo dei permessi di soggiorno, a mio modo di vedere, non deve ricadere sull’anello più debole che possono essere i bambini. Ecco perché mi sembra che questa scelta del comune di Milano abbia una sua ragionevolezza.

D. – E’ la solidarietà che dovrebbe avere “un permesso di soggiorno” e anche un diritto di precedenza…

R. - Io credo che ci sia un discorso di solidarietà e anche di buon senso nel porre le premesse perché poi questi bambini, quando cresceranno, si possano sentire sempre di più a casa loro. E, quindi, sentire di dover contribuire man mano che diventeranno grandi al benessere di questo Paese. Credo che sia un messaggio importante da lanciare nei confronti di questi nuovi cittadini che oggi sono irregolari. Ma la stragrande maggioranza dei cittadini stranieri presenti regolarmente sul territorio nazionale, che sono diventati regolari attraverso meccanismi di sanatoria, erano prima quasi tutti irregolari. Quindi è verosimile che anche questi bambini oggi figli di genitori irregolari, nel giro dei prossimi mesi, dei prossimi anni, potranno diventare regolari. Se nel frattempo noi avremo dato a questi bambini e a questi genitori questo segnale di accoglienza intelligente, avremo dato le premesse perché, diventati grandi, questi bambini, questi ragazzi, sentiranno maggiormente un’appartenenza a questa nostra collettività. E, quindi, sentiranno più spontaneamente il desiderio di contribuire al benessere di questa collettività.

D. – Questa decisione ha anche suscitato critiche. Secondo la Lega si tratta addirittura di istigazione all’illegalità. Il rischio, secondo i contrari a questo provvedimento, è che i genitori “usino” i figli per non essere espulsi, oppure che si riducano i posti per i cittadini milanesi…

R. – Il fatto che si accolgano minori negli asili, non toglie nulla alla possibilità di intercettare i genitori e, nel caso, di procedere con rimpatri coatti. La questione invece dell’esiguità del numero dei posti negli asili, nelle scuole materne, è un problema atavico. Un problema che l’accoglienza di alcuni bambini figli di immigrati regolarmente presenti non andrà certamente ad aggravare.

D. – Resta invece controversa la recente delibera del Comune di Milano sui fondi anticrisi assegnati anche alle coppie non sposate e anche a coppie dello stesso sesso…

R. – Questo è un problema che è stato sollevato immediatamente dalla componente cattolica della stessa maggioranza che governa la città di Milano. Indubbiamente, c’è il problema di coppie di fatto, rispetto alle quali la pubblica amministrazione credo abbia doveri di attenzione. Forse sarebbe il caso anche di valutare il momento più opportuno in cui affrontare in modo corale questo tipo di riflessione. (bf)








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