Simposio a Roma sugli abusi compiuti su minori da esponenti del clero: intervista
con mons. Scicluna
"Verso la Guarigione e il Rinnovamento” è il titolo del Simposio internazionale organizzato
dalla Pontificia Università Gregoriana, in programma a Roma dal 6 al 9 febbraio, con
lo scopo di permettere alla Chiesa di dare una risposta globale agli abusi sessuali
su minori commessi da membri del clero, e assicurare la migliore protezione e tutela
agli stessi minori. Prevista la partecipazione di delegati provenienti da 110 Conferenze
episcopali e superiori generali di oltre 30 ordini religiosi. Sugli scopi del convegno,
che sarà presentato domani pomeriggio all’università Gregoriana, Fabio Colagrande
ha intervistato mons. Charles Scicluna, promotore di Giustizia presso la Congregazione
per la Dottrina della Fede:
R. – Prima di
tutto, la coscientizzazione: capire bene il problema, il fenomeno triste degli abusi
sessuali su minori da parte dei chierici; ma anche poi la determinazione di agire
bene perché noi, come Chiesa cattolica, possiamo anche in questa materia così pesante,
dare l’ottimo esempio che spetta anche alla nostra missione evangelica.
D.
– Il Simposio metterà in primo piano proprio le vittime degli abusi. Cosa pensa di
questa scelta significativa?
R. – E’ significativo il fatto che il primo intervento
sia proprio di una persona dolorosamente colpita da questa realtà così triste, una
vittima. E’ altamente pastorale pensare a tutte le persone coinvolte, anche ai chierici
che hanno fatto del male agli altri, perché noi siamo Chiesa e abbiamo il dovere del
Buon Pastore: quello di andare alla ricerca delle pecorelle smarrite e ricondurle
al pascolo e cercare di mettere balsamo sulle ferite.
D. – Il Simposio fornirà
un aiuto per attuare le direttive della vostra Lettera, la Lettera della Congregazione
per la Dottrina della Fede, Lettera circolare del maggio 2011. Quale tipo di contributo
fornirà alle Conferenze episcopali di tutto il mondo che sono invitate proprio ad
attuare quelle direttive?
R. – Sarà proprio il prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede, il cardinale Levada, che darà inizio a questo Simposio
con una prolusione sull’abuso sessuale sui minori. Evidentemente, parlerà di questa
Lettera circolare che ha chiesto a tutte le Conferenze episcopali di preparare linee
guida per poter dare una risposta adeguata, ma calata nel loro ambiente culturale,
a questo triste fenomeno. Evidentemente, l’input non solo della Congregazione ma dei
diversi esperti che sono stati invitati a parlare, sarà quello di offrire spunti per
la riflessione ma anche aiuto, perché nelle Chiese locali e negli Ordini religiosi
ci sia una politica chiara ed efficace come risposta al fenomeno degli abusi sessuali
sui minori.
D. – Ci può dire come è stata finora la risposta delle Conferenze
episcopali di tutto il mondo alla vostra richiesta di elaborare dei piani pastorali
per affrontare i casi di abusi sessuali?
R. – Posso dire che molti aspettano
l’esito di questo Simposio per poter ritornare in patria e, ricevute alcune informazioni
più particolari, finire il lavoro che so che molti hanno già incominciato. Il nostro
cardinale, ad esempio, è stato recentemente in America Latina, proprio in Brasile,
mentre io sono stato in Thailandia ad incontrare i vescovi dell’Asia; ci sono poi
esperti, delegati degli episcopati anglofoni, che terranno una riunione sul tema subito
dopo il Simposio e avranno anche un incontro con me e con altri esponenti della nostra
Congregazione. Per cui, il lavoro si sta facendo. Abbiamo anche già ricevuto, in Congregazione,
alcune di queste linee-guida che adesso vogliamo sottoporre all’esame attento di alcuni
nostri esperti, per poter poi dare la risposta definitiva di approvazione o magari
di richiesta di qualche cambiamento o miglioramento dopo il mese di maggio di quest’anno.
D.
– Guarigione, ma anche rinnovamento: significa che si darà ampio spazio alla prevenzione,
dunque alla formazione?
R. – Senz’altro. Formazione, prima di tutto, degli
agenti pastorali: parliamo di chierici, ma anche di laici impegnati come catechisti.
Prevenzione che deve nascere dalla base: non solo dall’alto, ma dalla base. E questa
è la cosa più importante. Perché la formazione dev’essere anche nelle famiglie, nelle
scuole, nelle parrocchie. Come individuare comportamenti a rischio? Come aiutare i
ragazzi e le ragazze, i giovani, a difendersi dall’interferenza maliziosa altrui.
D.
– Quanto è importante, secondo lei, in questi casi la collaborazione delle diocesi
con le autorità civili?
R. – Parliamo di un fenomeno molto triste che non solo
è peccato, ma anche delitto. In quanto delitto, c’è la giusta giurisdizione dello
Stato e c’è il dovere di collaborare con questa giurisdizione penale statale.
D.
– Possiamo dire che il Simposio è un segno ulteriore della strategia ferma e decisa
con cui il Vaticano affronta oggi la lotta contro la pedofilia all’interno della Chiesa?
R.
– Ma questo è frutto anche della determinazione mostrata negli anni, prima dal Beato
Giovanni Paolo II, che ai cardinali americani nel 2002 – il 23 aprile – aveva detto:
“Non c’è posto nel ministero ecclesiale per persone che possono danneggiare, dare
scandalo ai giovani”. E poi anche la leadership molto forte del Santo Padre Benedetto
XVI, che è di grande ispirazione per tutti perché si faccia bene e si faccia prima
di tutto quello che possiamo per prevenire e, dove c’è la ferita, per curarla con
attenzione e con amore. (gf)