La Russia non blocca l’esportazione di armi verso Damasco. Gli Usa: l’Onu fermi la
repressione
Nonostante l'escalation di violenza in Siria non accenni a diminuire, la Russia non
interromperà l'esportazione di armi verso Damasco. Una decisione che apre il fianco
ad aspre critiche verso Mosca. La conferma è arrivata stamane dal viceministro della
Difesa russo, Anatoly Antonov: ''Al momento – ha detto – non ci sono restrizioni che
riguardano il commercio di armi e noi dobbiamo rispettare i nostri obblighi''. La
dichiarazione di Antonov fa eco a quella di due giorni fa del ministro degli Esteri,
Sergei Lavrov, che ha sottolineato come Mosca ''implementerà i suoi scambi commerciali
con la Siria''. Le armi russe, ha assicurato Lavrov, ''non vengono utilizzate contro
i dimostranti''. Una affermazione certo difficile da dimostrare. Intanto, in casa
Onu risuona l’appello del segretario di Stato americano, Hillary Clinton: “Ciascuno
deve prendere una decisione e fare una scelta di campo. O dalla parte del popolo siriano
o dalla parte di una dittatura brutale”. Di certo, il riferimento è alla Russia che
ancora ieri ha definito inaccettabile la bozza di risoluzione presentata dai Paesi
arabi e da quelli occidentali, nella quale si chiede al presidente siriano, Bashar
al Assad, di farsi da parte. E mentre sul campo non si arrestano gli scontri tra forze
governative e oppositori, l’ambasciata Usa si appresta a chiudere la propria sede
nel centro di Damasco per motivi di sicurezza. (A cura di Roberta Gisotti)