Messa nell'anniversario della morte di padre Van Straaten: la libertà religiosa è
la libertà delle libertà
Sostenere la Chiesa dove è perseguitata o priva dei mezzi per adempiere la sua funzione
pastorale. Questa la missione della quale si occupa da 65 anni l’associazione “Aiuto
alla Chiesa che soffre”. Una Messa in ricordo del suo fondatore, padre Werenfried
Van Straaten, scomparso nove anni fa, è stata presieduta ieri a Roma dal cardinale
Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il servizio
di Michele Raviart.
“Un pioniere
della carità ecclesiale”, che ha denunciato con chiarezza “il dramma della scristianizzazione
e dell’ateismo materialista”. Così il cardinale Sandri ricorda la figura di padre
Werenfried Van Straaten, il monaco che nel 1947 raccolse aiuti in Belgio e Olanda
per sedici milioni di tedeschi in fuga dalla nascente Germania Est, in buona parte
cattolici. Da quell’esperienza, che valse a padre Werenfried il soprannome di “Padre
Lardo”, dal grasso raccolto per nutrire i profughi, cominciò un percorso eccezionale
di soccorso alle Chiese perseguitate oltre la "Cortina di ferro", come ci spiega lo
stesso cardinale Leonardo Sandri:
“Sia Giovanni Paolo II sia padre
Van Straaten sono come il dittico della nuova era dell’Europa libera, dell’Europa
che usciva dalla persecuzione e dal comunismo e che ha trovato la voce in Giovanni
Paolo II e l’energia e la forza in padre Van Straaten, che ha saputo unire gli aiuti
di tantissima gente dell’Occidente per questi nostri fratelli che avevano sofferto”.
Con
gli anni il raggio d’azione di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, si amplia all’America
Latina, all’Asia, all’Africa. Un progetto ecumenico di aiuto che non riguarda solo
i cattolici. Mons. Sante Babolin, presidente ACS-Italia:
“Giovanni
Paolo II chiede alla nostra opera di aiutare la Chiesa ortodossa russa come fosse
la Chiesa cattolica. Quindi, i progetti pastorali che la Chiesa ortodossa russa ci
presenta, vengono trattati come fossero progetti della Chiesa cattolica”.
Oggi
“Aiuto alla Chiesa che soffre”, che dal dicembre scorso è stata elevata al rango di
Fondazione di diritto pontificio, opera in 153 Paesi nel mondo e porta avanti oltre
cinquemila progetti. Massimo Ilardo direttore ACS-Italia:
“La nostra
peculiarità è quella di assistere i perseguitati o coloro che sono oppressi e limitati
nella propria professione di fede, in particolare la Chiesa cattolica. La nostra specifica
è quella di ricostruire chiese, cappelle, monasteri, seminari. La libertà religiosa
è la libertà delle libertà ed è la cartina tornasole per comprendere meglio se in
quel Paese la libertà è mantenuta”.
Un’opera di evangelizzazione capillare,
che vede nella “Bibbia del fanciullo”, raccolta di testi sacri riadattati per i bambini,
uno dei simboli dell’associazione. Ancora Massimo Ilardo:
“’La Bibbia del
fanciullo’ è stata stampata in circa 45 milioni di copie in 136 lingue e l’ultima
lingua è stato lo swahili della Repubblica Democratica del Congo. La bellezza di queste
Bibbie è che spesso sono l’unico testo con cui i bambini possono imparare a leggere”.
In
Iraq, India, Nigeria, Paesi in cui numerosi sono i casi di discriminazione dei cristiani,
ACS continua a tessere, nelle parole del cardinale Sandri, “il prezioso velo della
pace”, “a sostegno della libertà religiosa, culturale e sociale per tutti i sofferenti
indistintamente”.