Ciad: non applicata la legge che imponeva di usare i soldi del petrolio a fini civili
Nel 2010 il Ciad ha speso 154 miliardi di franchi Cfa (234 milioni di euro) in armamenti,
una cifra ancora molta alta anche se inferiore a quella del 2008 (275,7 miliardi di
franchi CFA, 420 milioni di euro), anno nel quale il regime del Presidente Idriss
Déby dovette fronteggiare una serie di movimenti di guerriglia, che arrivarono a minacciare
la capitale, N’Djamena. È quanto emerge da un recente rapporto elaborato dall’Ong
Ccfd-Terre Solidaire che denuncia il forte aumento di trasferimento di armi nel Paese
africano dal 2004 al 2010, in violazione dello spirito della legge dell’11 gennaio
1999 che stabiliva che le risorse petrolifere del Paese dovessero essere impiegate
a fini sociali. In particolare la legge stabiliva che il 10% dei proventi del petrolio
ciadiano dovesse essere depositato su un apposito conto destinato alle generazioni
future; l’80% doveva essere investito in sanità, affari sociali, insegnamento, infrastrutture,
sviluppo rurale (allevamento e agricoltura), ambiente e risorse idriche; e il 5% per
le comunità locali delle regioni dove il greggio viene estratto. La legge era stata
imposta dalla Banca Mondiale come condizione per la concessione di fondi per la costruzione
delle infrastrutture necessarie alla sfruttamento del petrolio (in particolare l’oleodotto
che collega il Ciad al porto Doula in Camerun). Questa legge, come afferma il rapporto,
non è stata mai applicata ed anzi è stata soppiantata da un’altra del 2005 che ha
soppresso la parte dei proventi destinata alle generazioni future ed ha invece aumentato
la quota dedicata alla sicurezza, alla giustizia ed all’amministrazione del territorio.
“Questi settori definiti prioritari si vedono attribuiti il 65% degli introiti diretti”
afferma il rapporto ripreso dall'agenzia Fides. Le conseguenze sul piano sociale sono
drammatiche: nel 2009 il Ciad era al 175esimo posto su 182 Paesi nell’indice di sviluppo
umano ed al 132esimo posto su 135 per quel che concerno l’indice di povertà umana.
La proliferazione delle armi, soprattutto di quelle leggere, sul suolo ciadiano ha
inoltre accresciuto la violenza tra le comunità locali (oltre ad essere esportate
verso i Paesi vicini, in particolare nella regione sudanese del Darfur), mentre permane
il grave problema delle mine (1 milione) e degli ordigni inesplosi (2 milioni). (R.P.)