2012-01-30 13:59:22

India: alle elezioni nell'Uttar Pradesh, provocazioni dei nazionalisti indù


In vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento locale in Uttar Pradesh (stato dell’India settentrionale), che avranno inizio il 4 febbraio, il partito nazionalista indù “Baratiya Janata Party” (Bjp), fiancheggiatore dei gruppi estremisti indù responsabili delle violenze sui cristiani e sulle altre minoranze religiose, infiamma gli elettori con un “Manifesto” che, notano fonti locali dell'agenzia Fides, “strumentalizza la religione a fini di consenso elettorale”. Il “Manifesto” del Bjp, annuncia di voler costruire un tempio al Dio Rama nel controverso sito di Ayodhya e di voler escludere le minoranze religiose dalla quota del 4,5% dei posti riservati alla caste più basse nella Pubblica amministrazione. Nella campagna elettorale per le Assemblee parlamentari locali che - dopo il voto appena tenutosi negli Stati di Manipur e Punjab - tocca gli Stati di Uttarakhand e Uttar Pradesh (nel complesso oltre 140 milioni di cittadini), il Bjp chiama a raccolta tutte le forze violente del “comunitarismo”, che si ispirano all’ideologia dell’hindutva, che vorrebbe “l’India agli indù” ed è contraria a un’India laica e tollerante. Per far leva sugli elettori, il Bjp resuscita l’annosa questione di un terreno nella città di Ayodhya, conteso fra la comunità indù e quella musulmana. Nel 1992, in un tragico attacco che fece oltre 2.000 morti musulmani, una folla di militanti indù distrusse la moschea che vi sorgeva, rivendicando la antecedente presenza di un tempio indù dedicato al Dio Rama. Dopo un ricorso legale, nel 2010 la questione è stata congelata da un tribunale e il sito è ora diviso in tre parti. Il Manifesto del Bjp, inoltre, annuncia la creazione di uno specifico “Ministero per le caste”, mostrando quanto i partiti religiosi indù ancora credano nel sistema castale. I cristiani ribadiscono di voler dare un contributo costruttivo ad un’India laica e tollerante, che garantisca la libertà di fede e i diritti di tutti i cittadini, ma esprimono preoccupazioni per il risorgere della violenza religiosa, opera di gruppi estremisti indù. Come riferito a Fides, in un incontro tenutosi a Bangalore (Stato del Karnataka) – dove dall’1 all’8 febbraio si svolge anche l’Assemblea plenaria dei vescovi indiani – i leader dell’associazione cristiana “All India Christian Council” (Aicc) hanno lanciato un nuovo allarme per i cristiani e un appello all’unità dei fedeli “per fermare le forze del comunitarismo settario”, chiedendo a tutti di “difendere la verità e la giustizia, facendo risplendere la luce di Dio”. I cristiani in India, rimarca il “Catholic Secular Forum” (Csf), altra Ong cristiana, stigmatizzano l’estremismo religioso ma rispettano profondamente la religione induista e sono aperti al dialogo interreligioso. Lo dimostra un recente episodio: il Csf ha criticato pubblicamente una emittente televisiva americana di Chicago, del circuito Nbc, poiché un commentatore ha definito le divinità indù “strane”. Il cristiani indiani invitano al rispetto di tutti i simboli religiosi e a non ferire i sentimenti dei credenti di altre religioni. (R.P.)







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