Siria: si combatte a Damasco e in tutto il Paese, dopo la sospensione della missione
della Lega Araba
Le violenze in Siria hanno causato oggi 66 morti, di cui 26 civili: lo ha riferito
l'Osservatorio siriano per i diritti umani. L'Osservatorio ha precisato che i civili
sono stati uccisi da colpi d'arma da fuoco nel corso di scontri in diverse province,
nella regione di Damasco e nella capitale. Inoltre sono stati uccisi 9 disertori,
26 soldati e 5 componenti delle forze di sicurezza. Questa “recreduscenza della violenze”
è alla base della decisione della Lega Araba di sospendere la propria missione in
Siria. “Gli osservatori rimarranno nel Paese, ma bloccheranno temporaneamente ogni
attività” - ha annunciato un responsabile dell’organizzazione panaraba - in attesa
della decisione definitiva che sarà presa il prossimo 5 febbraio. Intanto le autorità
di Stato siriane, "dispiaciute e sorprese" del ritiro, giudicano il provvedimento
della Lega Araba "un tentativo di influenzare le decisioni del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite”. Sul fronte diplomatico, infatti, proseguono le trattative con
la Russia per raggiungere un accordo su di una risoluzione comune del Consiglio di
Sicurezza contro Bashar Al-Assad. Mosca, finora contraria ad ogni sanzione politica
ed economica verso Damasco, si è detta disponibile a negoziare, sebbene le proposte
finora avanzate dai Paesi arabi e occidentali siano state più volte definite "inaccettabili".
Scettiche le opposizioni di Assad, che tramite il Consiglio nazionale siriano hanno
lanciato un appello a tenere manifestazioni davanti ai consolati russi di tutto il
mondo, per protestare contro le posizioni del Cremlino.