Nella logica di Dio l’autorità non è potere ma servizio: così il Papa all’Angelus.
Poi il pensiero ad alcune ricorrenze e il lancio delle colombe della pace
L’autorità non è potere ma servizio: all’Angelus il Papa invita a non dimenticare
la logica di amore di Dio che si distingue dalla sete di successo e che “risana dal
peccato”. Poi un pensiero alla festa della Presentazione del Signore al tempio, Giornata
Mondiale della Vita Consacrata, che si celebrerà il 2 febbraio e il ricordo di Hildegard
Burjan che verrà proclamata Beata oggi pomeriggio. Ma anche una parola sulla Giornata
mondiale dei malati di lebbra e sulla Giornata internazionale di intercessione per
la pace in Terra Santa. Il servizio di Fausta Speranza
“Spesso per
l’uomo l’autorità significa possesso, potere, dominio, successo”.Lo
ricorda Benedetto XVIspiegandoche la logica
di Dio è diversa:
“Per Dio, invece, l’autorità significa
servizio, umiltà, amore; significa entrare nella logica di Gesù che si china a lavare
i piedi dei discepoli (cfr Gv 13,5), che cerca il vero bene dell’uomo, che guarisce
le ferite, che è capace di un amore così grande da dare la vita, perché è l’Amore.”
“L’autorità
divina non è una forza della natura”, afferma il Papa.
“È il potere
dell’amore di Dio che crea l’universo e, incarnandosi nel Figlio Unigenito, scendendo
nella nostra umanità, risana il mondo corrotto dal peccato.”
Il
Vangelo di questa domenica (Mc 1,21-28) ci presenta Gesù che, in giorno di sabato,
predica nella sinagoga di Cafarnao, la piccola città sul lago di Galilea dove abitavano
Pietro e suo fratello Andrea. Al suo insegnamento, che suscita la meraviglia della
gente, segue la liberazione di «un uomo posseduto da uno spirito impuro» (v. 23),
che riconosce in Gesù il «santo di Dio», cioè il Messia. In poco tempo, la sua fama
si diffonde in tutta la regione, che Egli percorre annunciando il Regno di Dio e guarendo
i malati di ogni genere: parola e azione. San Giovanni Crisostomo fa osservare come
il Signore «alterni il discorso a beneficio degli ascoltatori, procedendo dai prodigi
alle parole e passando di nuovo dall’insegnamento della sua dottrina ai miracoli»
(Hom. in Matthæum 25, 1: PG 57, 328).
La parola che Gesù rivolge agli
uomini apre immediatamente l’accesso al volere del Padre e alla verità di se stessi.
Non così, invece, accadeva agli scribi, che dovevano sforzarsi di interpretare le
Sacre Scritture con innumerevoli riflessioni. Inoltre, all’efficacia della parola,
Gesù univa quella dei segni di liberazione dal male. Sant’Atanasio osserva che «comandare
ai demoni e scacciarli non è opera umana ma divina»; infatti, il Signore «allontanava
dagli uomini tutte le malattie e ogni infermità. Chi, vedendo il suo potere … avrebbe
ancora dubitato che Egli fosse il Figlio, la Sapienza e la Potenza di Dio?» (Oratio
de Incarnatione Verbi 18.19: PG 25, 128 BC.129 B). Scrive Romano Guardini: «L’intera
esistenza di Gesù è traduzione della potenza in umiltà… è la sovranità che qui si
abbassa alla forma di servo» (Il Potere, Brescia 1999, 141.142).
In
una delle sue Lettere, santa Caterina da Siena scrive: «E’ necessario che
noi vediamo e conosciamo, in verità, con la luce della fede, che Dio è l’Amore supremo
ed eterno, e non può volere altro se non il nostro bene» (Ep. 13 in: Le
Lettere, vol. 3, Bologna 1999, 206).
Cari amici, giovedì prossimo
2 febbraio, celebreremo la festa della Presentazione del Signore al tempio, Giornata
Mondiale della Vita Consacrata. “Invochiamo con fiducia Maria Santissima,
affinché guidi i nostri cuori ad attingere sempre dalla misericordia divina, che libera
e guarisce la nostra umanità, ricolmandola di ogni grazia e benevolenza, con la potenza
dell’amore.”
Poi, dopo la preghiera mariana, il ricordo di Hildegard
Burjan, laica, madre di famiglia, vissuta tra Ottocento e Novecento e fondatrice della
Società delle Suore della Caritas socialis, proclamata Beata a Vienna:
“Lodiamo
il Signore per questa bella testimonianza del Vangelo!”
Ma anche
una parola forte sulla Giornata mondiale dei malati di lebbra.
“Nel
salutare l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, vorrei far giungere il
mio incoraggiamento a tutte le persone affette da questa malattia, come pure a quanti
li assistono e, in diversi modi, si impegnano per eliminare la povertà e l’emarginazione,
vere cause del permanere del contagio.”
E una preghiera nella Giornata
internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa.
“In
profonda comunione con il Patriarca Latino di Gerusalemme e il Custode di Terra Santa,
invochiamo il dono della pace per quella Terra benedetta da Dio.”
Nei
saluti in varie lingue, in francese l’incoraggiamento a riconoscere la “fedeltà instancabile
di Dio” e a sperimentare quanto “la sua Parola rende liberi e ci invita a uscire dal
silenzio”. In inglese, l’auspicio che “nonostante le distrazioni della vita e l’apparente
progredire del male, possiamo continuare a riporre fiducia in Gesù, Via, verità e
Vita”. In tedesco, la citazione delle parole della laica proclamata Beata: ‘So per
certo che esiste una sola vera felicità, ed è l’amore di Dio! Tutto il resto può dare
soddisfazione, ma avrà valore soltanto se verrà da questo amore, se sarà fondato in
esso’. “Lei – dice il Papa - ha vissuto di questo amore e in quanto fondatrice della
Società delle Suore “Caritas Socialis” ha riunito attorno a sé donne che fino ad oggi
continuano a voler essere sorgenti di quell’amore, per portare consolazione ed aiuto
a persone sofferenti”. In spagnolo, l’invito a “rispondere alla Parola di Dio con
una preghiera sincera, costante, umile”. In polacco un riferimento alla Giornata della
vita consacrata con una preghiera per le vocazioni, sottolineando l’importanza del
ministero di religiose e religiosi, la loro attività apostolica e caritativa nella
Chiesa”. In italiano il saluto ai ragazzi dell’Azione cattolica che, accompagnati
dal Cardinale Vicario Agostino Vallini, con i loro educatori e familiari, hanno dato
vita alla “Carovana della Pace”.
“Vi ringrazio e vi
incoraggio a portare dappertutto la pace di Gesù.”
Due bambini,
un maschietto e una femminuccia, sono accanto al Papa per il tradizionale lancio delle
colombe. La bimba, leggendo un comunicato, ricorda l’impegno nell’ambito dell’Associazione
a riflettere, anche nel silenzio, sul valore della pace, ricordando bambini che nascono
in situazioni di difficoltà e raccontando dell’iniziativa per un centro di detenzione
alternativo al carcere per ragazze minorenni promosso in Bolivia. E al Papa chiede:
“Ti chiediamo di pregare insieme con noi per i nostri genitori, educatori
e sacerdoti affinchè ci formino a essere testimoni e operatori di pace”.
Il
Papa libera le colombe, “come segno di pace per la città di Roma e per il mondo intero”
e visto che in un primo momento sembrano voler ritornare all'interno, scherzosamente
afferma: "Vogliono stare nella casa del Papa".