Nigeria: migliaia di cristiani in fuga dal nord dopo gli attacchi di Boko Haram
Cresce la preoccupazione per la situazione dei cristiani in Nigeria. Decine di migliaia
sono in fuga dal nord del Paese, la regione colpita dalle violenze della setta fondamentalista
Boko Haram. Gli ultimi attacchi armati, che risalgono a venerdì scorso, hanno causato
almeno 185 morti. E in un messaggio audio il gruppo islamico, del quale stanno venendo
alla luce i contatti con Al Qaeda, ha minacciato di compiere presto nuovi attentati.
In un’intervista all’agenzia Fides, l’arcivescovo della capitale Abuja, mons. Olorunferni
Onaiyekan, auspica che per risolvere la crisi venga avviato un dialogo nazionale che
coinvolga tutte le parti politiche, soprattutto quelle ideologicamente vicine a Boko
Haram, ma che non ne condividono i metodi. Giancarlo La Vella ne ha parlato
con Vincenzo Giardina, giornalista dell’agenzia Misna, in costante contatto
con la Nigeria:
R. - Nel
Nord della Nigeria, i cristiani sono una minoranza più o meno consistente. Vivono
in una situazione di tensione e di paura, come del resto anche altre comunità. Indubbiamente,
l’attentato, che poi è stato raccontato in tutto il mondo, quello di Natale contro
la chiesa cristiana di Madalla, alle porte della capitale federale Abuja, ha alimentato
i timori di conflitto anche a sfondo settario.
D. - I cristiani fuggono,
ma per andare dove?
R. - In alcuni casi per tornare ai loro villaggi
di origine nel Sud. Però questo è un fenomeno che riguarda alcune migliaia di persone,
quindi, non può essere considerato soltanto il frutto di attentati che hanno colpito
le comunità cristiane, ma vanno messe in relazione anche con le tensioni sociali che
hanno attraversato la Nigeria, in particolare in queste due settimane di sciopero
e proteste per il caro benzina. Il fenomeno di Boko Haram è un fenomeno che coinvolge
tutte le comunità della Nigeria, non solamente quelle cristiane. Anzi, è bene ricordare
che storicamente Boko Haram ha colpito esponenti politici sia dell’élite locale, sia
dello Stato, di religione musulmana.
D. - Nella società nigeriana si
sta muovendo qualcosa in aiuto dei cristiani?
R. - La Nigeria è oggi
non solo luogo di attentati, ma anche un Paese dove c’è stata una grande mobilitazione
popolare contro il caro benzina, segno anche di una recente forza della società civile,
che chiede e vuole partecipare alla vita pubblica. Questo è un segnale incoraggiante
rispetto anche alla tutela dei cristiani, che in alcune zone sono in minoranza, come
per altro gli stessi musulmani, che, a loro volta, sono una minoranza, una minoranza
importantissima in molte realtà della Nigeria meridionale, in primo luogo la metropoli
principale della Nigeria Lagos. (bi)