2012-01-27 15:20:31

Giornata della memoria. A Roma uno spettacolo sull'asservimento della cultura al regime fascista


Il racconto di Fabrizio Gifuni, il canto di Monica Bacelli, il pianoforte di Luisa Prayer. Tre grandi artisti, insieme, per far vivere una storia che parla di noi. In occasione della Giornata della memoria, la Filarmonica Romana presenta in prima esecuzione assoluta, in Sala Casella alle ore 21, lo spettacolo "Gli indifferenti. Parole e musiche di un Ventennio". Gabriella Ceraso ne ha parlato con uno degli autori, Fabrizio Gifuni:RealAudioMP3

R. – L’idea è stata quella di cercare di capire cosa accadesse, in Italia, dal punto di vista dei nostri intellettuali, dei nostri scrittori ed in particolar modo dei nostri musicisti, in un periodo di fatale disgregamento delle coscienze, ossia quello che andava dal 1922 fino al termine della Seconda Guerra Mondiale. Ci siamo serviti di testi, dichiarazioni, atti parlamentari, diari, articoli di giornali, accompagnando poi il tutto con un repertorio musicale molto vasto. Alcune volte, la musica può essere un controcanto lieve rispetto alla gravità di quello che accadeva, mentre in alcuni casi può apportare un contenuto indicativo, e quindi dialogare, con i testi. In altri casi, ci sono delle associazioni anche fortemente emotive, per tentare di capire, in occasione della Giornata della memoria, che valore può avere, per noi, questo ricordo.

D. – Dal punto di vista culturale e intellettuale che quadro ne emerge?

R. – La posizione dominante fu senz’altro una posizione acquiescente, salvo nobili e importanti eccezioni. C’è, ad esempio, il famoso episodio dello schiaffo a Toscanini perché egli si rifiutò di eseguire l’inno "Giovinezza". Poi, c’è la condizione devastata di intellettuali e musicisti ebrei, radiati da qualsiasi incarico. Inoltre, c’era quella zona d’ombra, dell’indifferenza, in cui molti si rifugiarono. La domanda che quindi ci facciamo, oggi, è questa: è concesso all’arte un salvacondotto speciale dell’indifferenza in nome di un’autonomia dell’arte? Oppure dietro all’autonomia dell’arte molto spesso ci si nasconde? (vv)







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