2012-01-27 14:00:39

Congo: Msf denuncia la mancanza di fondi per il trattamento dei sieropositivi


Nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) l’accesso ai farmaci per le persone affette da Hiv/Aids è sempre più difficile. A lanciare l’allarme è l’organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (Msf) che nel centro ospedaliero di Kabinda, a Kinshasa, ha riscontrato un preoccupante aumento del numero di pazienti che al momento del ricovero presentano gravi complicazioni dovute alla mancanza di trattamento. “Ho lavorato con pazienti sieropositivi in molti Paesi dell’Africa centrale e meridionale, ma la situazione in Rdc è la peggiore che io abbia mai visto da anni”, afferma Anja De Weggheleire, coordinatore medico di Msf, in una nota diffusa dall’organizzazione umanitaria. “Sembra di essere tornati ai tempi in cui non erano disponibili i farmaci antiretrovirali – aggiunge il medico -. I nostri medici affrontano ogni giorno casi molto gravi che potrebbero essere prevenuti se solo i pazienti ricevessero le cure al momento giusto”. Il numero di persone affette da Hiv/Aids in Rdc è attualmente stimato intorno a un milione, e di queste, circa 350.000 potrebbero avere accesso alle cure. Ciononostante, ad oggi solo 44.000 persone sono in cura. Con una percentuale di copertura antiretrovirale del 15%, la Rdc si colloca agli ultimi posti nella classifica mondiale (insieme a Somalia e Sudan). La Rdc risulta inoltre agli ultimi posti, tra i Paesi dell’Africa centro-occidentale, in termini di prevenzione della trasmissione materno-fetale del virus Hiv. Solo l’1% delle donne incinte risultate sieropositive hanno accesso alle cure necessarie. Senza trattamento, come è noto, circa un terzo dei bambini esposti al virus nasceranno sieropositivi. A questi indicatori disastrosi si aggiungono i tagli effettuati da alcuni donatori – come il Fondo Globale per la lotta all’Aids, Tubercolosi e Malaria – che stanno riducendo le forniture di farmaci antiretrovirali. Vista la congiuntura economica, il Fondo ha dovuto rivedere i suoi programmi perché i Paesi che lo finanziano non hanno mantenuto le promesse fatte. “Se non verrà fatto nulla per cambiare questa situazione, nel giro di tre anni moriranno 15.000 persone che oggi sono in lista d’attesa e hanno urgente bisogno di antiretrovirali”, spiega ancora De Weggheleire. Questo dato – prosegue il coordinatore di Msf - , rappresenta solo la punta dell’iceberg se si pensa che la maggior parte delle persone affette da Hiv/Aids non sa nemmeno di esserlo”. Per questo motivo è cruciale che le autorità congolesi mantengano l’impegno di fornire servizi di prevenzione e cure mediche gratuite alle persone sieropositive. Msf esorta inoltre i donatori a sbloccare immediatamente le risorse necessarie per assicurare che i pazienti in attesa di antiretrovirali non siano condannati a morire. (M.G.)







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