2012-01-26 13:44:47

SUD SUDAN. Il Consiglio delle Chiese: puntare sui giovani per la pace nello Stato di Jonglei


I giovani siano operatori di pace, in prima linea per la riconciliazione dello Stato di Jonglei, in Sud Sudan: è la proposta lanciata dal Consiglio delle Chiese del Sudan (SCC) – che include cattolici, ortodossi, presbiteriani e pentecostali – per porre fine alle violenze nella regione di Jonglei. Da tempo, infatti, la zona è devastata dagli scontri tra le comunità locali di allevatori Lou-Nuer e Murle. Le tensioni, quasi sempre legate al controllo dell’acqua e dei pascoli, hanno provocato finora almeno 25mila sfollati. “Senza il coinvolgimento dei giovani ed il loro senso di appartenenza al processo di pace – scrive in una nota l’Scc – ogni tentativo di riconciliazione è destinato a fallire”. Per questo, le Chiese sudanesi puntano il dito contro il reclutamento dei bambini-soldato, che rischia di protrarre gli scontri “nelle prossime generazioni”. Ribadendo che la vera pace “non è semplicemente la mancanza di conflitto”, ma “è basata sulla dignità e l’uguaglianza tra tutte le persone, create ad immagine e somiglianza di Dio”, l’Scc propone di lavorare alla riconciliazione del Paese su due livelli: uno istituzionale, attraverso il quale il governo si impegnerà a provvedere alla sicurezza e allo sviluppo della popolazione costruendo nuove strade e garantendo, grazie alla legge, giustizia per tutti. Il secondo livello sarà, invece, portato avanti dallo stesso Scc che “identificherà, formerà e supporterà alcuni rappresentanti delle singole comunità del Paese, in particolare i giovani, per far sì che diventino operatori di pace”. “Tale rete di invidui –si legge nella nota – farà da base al futuro processo di riconciliazione anche in altri Stati del Paese”. Esprimendo, quindi, la loro preoccupazione ed il loro cordoglio per le violenze perpetrate in Sud Sudan, le Chiese si dicono vicine alle vittime ed alle loro famiglie: “Come nazione – scrivono – dobbiamo riscoprire e reclamare quella pace e quell’unità che abbiamo sentito così forti durante il processo di indipendenza”, proclamata il 9 luglio 2011. Inoltre, un appello particolare viene rivolto all’ONU affinché continui ad impiegare i suoi peace-keepers nello Stato di Jonglei, fornendo anche aiuti umanitari. Nelle ultime righe della nota, l’Scc si rivolge a tutti i cittadini del Sud Sudan, chiedendo loro di “pregare per una duratura soluzione del conflitto”. (PIRO)








All the contents on this site are copyrighted ©.